Che cos’è la personalità? È una domanda difficile per la quale non c’è una risposta univoca, ma potremmo parlare, invece di modelli di personalità. I modelli di personalità sono, appunto, modelli descrittivi e/o esplicativi e non possono esaurire la complessità dell’essere umano, è un compito ideale cercare di definire cosa sia la personalità.

Figli del nostro tempo, essi passeranno di moda. Verranno confutati, trasformati, riabilitati e probabilmente, un giorno, dimenticati: «Le teorie scientifiche», ha scritto il grande matematico Jules-Henri Poincaré, «sono come gli imperi: il loro domani è incerto». Ogni periodo storico esprime un suo «mito culturale». In tema di personalità, altre epoche hanno inventato i miti delle divinità olimpiche, degli umori corporei, della magia, dello zodiaco, della fisiognomica. La psicologia scientifica è il mito della nostra epoca.[1]

C’è da dire però che spesso riscontriamo delle caratteristiche comuni, dei tratti di personalità nel modo in cui delle persone diverse affrontano la vita.

Alcuni tratti del nostro modo di pensare, di fare esperienza e di comportarci tendono infatti a riproporsi e a rimanere relativamente stabili di fronte a stimoli diversi: da qui il concetto di personalità.”[2]

Lingiardi scrive a proposito delle caratteristiche innate presenti in ognuno di noi che:

Oggi però non si parla più freudianamente di pulsioni innate, quanto piuttosto di differenze costituzionali in grado di produrre un particolare stile di personalità o «idioma» personale. Il neonato non viene più visto come una lavagna bianca, ma come un soggetto che già nasce con una personalità predisposta.”[3]

È lecito pensare che il neonato nascendo già dotato di personalità predisposta possa essere indagato attraverso dei sistemi di riferimento e che quindi l’uomo possa crearne uno, il più elastico possibile che cerchi di comprendere su quali piani la predisposizione nasca e possa svilupparsi. È come affermare che voglio misurare un albero e quindi posso utilizzare come unità di misura: una mano, una persona, il metro, ciascuna rappresenterà a proprio modo la grandezza dell’albero. Potrò affermare quest’albero è alto due persone e mezzo, oppure 65 mani o anche 3 mt, tutto dipende dal sistema di riferimento che usiamo e ogni affermazione è ugualmente vera, non ce n’è una sbagliata.

L’Astrologia e in particolar modo quella che utilizza i concetti della psicologia analitica junghiana, fra cui le definizioni di inconscio collettivo, sincronicità e archetipo, può essere uno dei modelli più che elastici che fornisce una possibile struttura alla forma innata della personalità.

“Ognuno di noi ha un insieme di presupposti e modelli individuali attraverso i quali cerca di comprendere la propria esperienza; un insieme di valori e modi di perseguire ciò che considera prezioso; un repertorio personale di emozioni familiari e modi di gestirle; e alcuni modelli caratteristici di comportamento, specialmente nelle nostre relazioni personali. La “personalità” denota il tipo di adattamento e lo stile di vita di una persona – il modello che è risultato dalla convergenza di fattori costituzionali, sviluppo ed esperienza sociale e culturale. Alcuni di questi processi sono coscienti e vissuti come volontari; altri sono inconsci, automatici e non facilmente accessibili attraverso l’introspezione (nella terminologia correntemente diffusa sono “impliciti”).” [4]

Parafrasando quanto scritto nel Manuale Diagnostico Psicodinamico con il tema natale abbiamo sul tavolo un modello pieno di forme che non è ancora il risultato della convergenza di fattori costituzionali, sviluppo ed esperienza sociale e culturale, ma né il contenitore delle possibili manifestazioni. Ci sono i Segni, i Pianeti, le Case ciascuno di loro rappresenta sia una parte costituzionale (es: il Segno solare, la posizione della Luna), che sociale (Le Case zodiacali di relazione) e culturale (Le Case zodiacali sopra l’orizzonte). Possiamo immaginare che i processi coscienti siano quelli che raccontiamo, attraverso i miti del tema natale, quelli inconsci siano quelli attivi naturalmente, ma non definibili attraverso di esso che vengono raggiunti dalla storia raccontata, durante la consulenza, dopo un po’ di tempo, attraverso il quale il soggetto ne coglie il senso. Ovviamente non possiamo essere certi di questa ultima affermazione, ma quando l’archetipo proveniente dall’inconscio si costella, appare alla coscienza, porta con sé dei contenuti che hanno interagito con la coscienza. Immaginiamo che il racconto bruciato/ascoltato dalla coscienza sia stato polverizzato e questo strato leggero di cenere si posi sulla porta dell’inconscio, l’archetipo costellato lascerà le sue impronte e ne porterà le tracce. Quindi la personalità e il carattere sono manifestazioni complesse, la convergenza dei fattori di cui si scriveva in precedenza può essere direzionata dal soggetto attraverso scelte consapevoli indotte da racconti mitologici che egli personalizza sulla sua storia.

I termini “personalità” e “carattere” sono essenzialmente sinonimi, ma i termini hanno etimologie diverse. “Personalità” deriva da persona, la maschera sociale nel teatro (vedi, ad esempio, Allport, 1937); “carattere” si riferisce tradizionalmente alla struttura mentale incisa. In altre parole, “personalità” si riferiva storicamente alla fenomenologia osservata, “carattere” all’interno mentale dedotto[5]

La Personalità è quindi rappresentata dal tema natale preso a sé stante con tutti i suoi elementi. Hai una personalità gioviale si è soliti dire, ma gioviale racchiude in sé sfumature diverse di significato: disponibile verso gli altri, che può sfociare anche nell’invasione dello spazio degli altri. Resta sempre gioviale, la personalità, ma il carattere si manifesta in modi diversi.

Il Carattere è la “struttura mentale incisa”, di cui l’astrologia si fa portavoce, ma nell’incisione si possono seminare elementi diversi come in un solco lasciato dall’aratro, saranno l’ambiente, le scelte a indirizzare il soggetto in direzione di uno specifico carattere. Per semplificare possiamo pensare all’esempio precedente: se nasco con Giove in I Casa (la giovialità) potrò direzionare questa caratteristica all’esterno di me, con attenzione e misura, oppure con esagerazione, la struttura è quella, ma la scelta, la direzione in cui andare dipende da me, da come mi racconto la vita, da come interpreto il mio mito personale. Nel solco del carattere sono infinite le possibilità di manifestazione, di germinazione di fatti.

La Personalità e il Carattere assieme possiamo definirli i Tratti di un essere umano.

I tratti sono delle caratteristiche che appartengono a ciascun essere umano, possiamo catalogarli attraverso diversi strumenti di osservazione e di misurazione, fra questi strumenti c’è l’astrologia, come si è potuto leggere.

Quando i tratti della personalità sono troppo rigidi e poco adattivi rispetto all’ ambiente e alla cultura dell’individuo, al punto da compromettere seriamente la sua vita affettiva, sociale e lavorativa e da produrre, in lui e negli altri, una grave sofferenza o un marcato disagio, le probabilità che si configuri un disturbo della personalità sono molte. I disturbi della personalità non sono una manifestazione secondaria di un altro disturbo mentale. Essi esprimono una condizione patologica autonoma della personalità[6]

Stando alle affermazioni precedenti e soprattutto a quanto scritto da Lingiardi non si può sapere quando un tratto o una personalità sfocerà nel disturbo o se mai sfocerà, tanto meno può saperlo l’astrologia. L’elemento che può cogliere l’astrologia è il tratto, la struttura della personalità e del Carattere. Scrive James Hillman:

Il carattere aveva un rifugio migliore, il più antico, alla larga da accademie militari, pulpiti e orfanotrofi: l’astrologia, dove peraltro fiorisce a tutt’oggi. La vitalità popolare dell’astrologia attesta il bisogno che abbiamo di una psicologia del carattere per orientarci nella vita. L’astrologia propone il linguaggio dei tratti. A volte si lascia irretire nella trappola del conteggio numerico pseudoscientifico, a volte si appiattisce sulla richiesta, posta dall’Io pratico, di ottenere il successo, di trovare l’amore, di cavarsela dai guai. La sua virtù principale, tuttavia, rimane la rappresentazione di un cielo pieno di caratteristiche che rimandano l’anima individuale a potenze archetipiche.[7]

[1] V. Lingiardi, I disturbi della personalità

[2] Ivi

[3] Ivi

[4] V. Lingiardi – N. McWilliams, Manuale Diagnostico Psicodinamico – II

[5] ivi

[6] V. Lingiardi, I disturbi della personalità

[7] J. Hillman, La Forza del Carattere