Articolo tratto da: http://www.doppiozero.com/materiali/barthes100/scrittura-e-astrologia
Chi era Roland Barthes.
Barthes, lei conosce l’astrologia: l’ha descritta e analizzata in Miti d’oggi. L’astrologia di cui parla in quel libro corrisponde a ciò che per noi, per la nostra rivista e il nostro gruppo, è l’astrologia commerciale. Che cosa ne pensa, qualche anno dopo, di questo argomento?
Tutti sanno che l’astrologia commerciale rientra in ciò che Marx, a proposito di tutt’altra immaginazione collettiva, aveva chiamato “oppio dei popoli”: in effetti essa consente ad ampi strati del pubblico di sognare, di immaginare e, alla fin fine, di vivere meglio, anche se nella menzogna, le dure realtà della nostra società. Detto ciò, non bisogna dimenticare – anche mentre si procede a demistificare l’astrologia (cosa assolutamente necessaria) – che essa è, in maniera ambivalente, un grande veicolo di utopia, un grande veicolo di simbolicità; e sappiamo che se l’uomo venisse privato della sua sfera simbolica morirebbe, proprio al modo in cui altri muoiono di fame.
Di conseguenza, se si deve continuare a demistificare l’astrologia di cui lei parla, e ribadisco che occorre farlo, non bisogna comunque mettere in questa attività di demistificazione nessuna boria, nessuna arroganza razionale o critica. L’astrologia è un fenomeno culturale. Società molto diverse hanno espresso se stesse per mezzo del pensiero astrologico; l’astrologia fa parte della storia e deve pertanto essere studiata dalla scienza storica; direi addirittura che, dal punto di vista storico, non è più disprezzabile delle grandi ideologie religiose. Recentemente è uscito il libro di un ricercatore, storico ed erudito – che tra l’altro fa parte, come me, dell’Ecole des hautes études; si tratta di una sorta di grande rassegna storica, estremamente documentata, sul segno dello Scorpione. Questo libro – scritto da Luigi Aurigemma ed illustrato molto bene – è un vero e proprio testo di storia: attraverso lo studio storico del segno dello Scorpione si entra in contatto con le grandi rappresentazioni collettive del passato.
Ciò nonostante, devo precisare che, per quel che mi riguarda personalmente, non attribuisco all’astrologia alcun valore di verità. Secondo me l’astrologia può costituire, e ha costituito per molti secoli, un grande linguaggio simbolico, un grosso sistema di segni, in una parola: una potente finzione; ed è solo in questo senso che m’interessa. M’interessa – e spero che la cosa non vi meravigli – come può interessarmi un grande romanzo o un importante sistema filosofico.