Ercole, nella sua sesta fatica, deve cacciare via gli uccelli del lago di Sitnfalo. Kerényi ricorda che questi animali volavano via durante il freddo inverno verso ovest, dove tramontava il sole. In un poema greco, il movimento migratorio degli uccelli che oscurano il sole, viene messo in relazione con quello delle anime che vanno verso il regno di Ade. Le ali, inoltre, ricordano la volatilità dell’anima. Inoltre vengono rappresentanti come se fossero delle sirene con la coda pescina, in tal modo uniscono mare, cielo e terra i tre regni divini. Nell’immagine del Segno del Capricorno troviamo la coda a forma di delfino, il fatto che sia un animale legato alla terra, ai pascoli, ma di montagna, quindi amante delle vette: acqua, cielo e terra.
Con il Segno del Capricorno inizia il rigido inverno. Si racconta che gli uccelli fossero stati allevati da Ares e si nutrissero di carne umana, che avessero le ali talmente accuminate da riuscire a ferire le persone.
Si narra che Ercole per stanarli usò delle nacchere di bronzo, costruite da Efesto, ma ricevute da Atena, una volta suonate gli uccelli iniziarono a volare via e con arco e frecce alcuni ne colpì, altri scapparono verso un’isola sacra ad Ares.
La dea Atena, in quanto rappresentante della misura, della legge, possiamo metterla in relazione con la Bilancia e il Capricorno. Il bronzo è una lega composta da rame, metallo vicino a Venere che governa il Segno della Bilancia e il Toro. Lo stagno è in relazione con Giove e di conseguenza con il Segno del Sagittario, uno degli arcieri dello zodiaco. Venere e Giove, fortuna minor e fortuna maior, allontanano il male. Efesto nel tema natale possiamo riconoscerlo in Urano – l’inventore – pianeta che troviamo nel suo secondo domicilio nel Segno del Capricorno. Marte è esaltato nel Segno del Capricorno. Notiamo come tanti particolari spingano nell’associare questa fatica a tale Segno. Gli uccelli si staccano da terra, dalla palude mortifera, il Capricorno è il Segno il cui governatore è Saturno, fortemente radicato alla terra, e vengono cacciati verso il tramonto, verso la morte intesa come trasformazione. Questa fatica sembra indicare al Capricorno che dovrebbe imparare a comprendere quando è il momento di godere dei piaceri della vita e spiccare il volo allontandosi dalla voglia di difesa perenne. Venere e Giove sono i pianeti del piacere, proprio le nacchere di bronzo costruite con i loro metalli, fanno fuggire gli uccelli, e liberano la terra e il lago, in modo che la gente possa tornare a prosperare.