di Paolo Quagliarella
Il lavoro di Enzo Barillà su Plutone è, a mio avviso, davvero esaustivo e completo. Attraverso un viaggio tra la psicologia junghiana e alcuni noti autori italiani, Widmann su tutti, ci fa percepire le diverse sfumature della divinità dei morti, sfumature che sono anche piene di luce, non solo di ombre, senza la luce le ombre e l’Ombra, junghianamente intesa, non ci sarebbe. Si continua a viaggiare attraverso il simbolismo alchemico di Plutone, si spazia attraverso citazioni che ci lanciano nell’infinito mondo simbolico della tarologia.
Dal punto di vista astrologico l’approccio dell’Autore è, come sempre nelle sue opere, completo e ricco di bibliografia con citazioni sul pianeta Plutone raccolte da diversi autori per permettere al lettore di avere una visione il più possibile completa ed esaustiva sui significati astrologici. Questo è un bellissimo approccio non escludente, ma includente dei pensieri altrui che permettono di allargare gli orizzonti interpretativi di chi legge. Viene trattata da Barillà la posizione di Plutone agli angoli del tema e in aspetto al Sole, suo quasi naturale antagonista, come scrivevo prima, non c’è ombra senza luce anche Kerényi ricorda che: “Il significato di Ais, Aides, Ades è, con la massima probabilità, «l’invisibile» o «colui che rende invisibile», in contrasto con Elio che è visibile e rende visibili.” Non è un manuale didascalico di astrologia, ma attraverso l’analisi di temi astrologici segnati da un Plutone forte o dominante riusciamo a comprendere come il medesimo possa vibrare nella nostra vita. Lucifero, il portatore di luce, l’angelo caduto anche lui in qualche modo è simbolicamente associato a Plutone, lo possiamo scoprire leggendo il capitolo “Plutone satanico” e i personaggi descritti. E’ un libro trasformativo se saprete gustarlo un po’ per volta, senza esagerazioni, vi metterà in contatto con la divinità infera che come scoprirete non è così cattiva se saprete ascoltarla.