Riflessioni sulla Sincronicità nate dopo la lettura di un articolo di Enzo Barillà sulla previsione astrologica.

Se la sincronicità è in relazione con l’astrologia come possibilità di dare una “qualità” al tempo nel quale noi proiettiamo le nostre “caratteriologie mitologiche” utilizzando i pianeti, allora è corretto affermare che è l’uomo che dà un senso agli astri e non viceversa.

Prendiamo come esempio l’astrologia mondiale. La Grande Croce che si è formata in cielo non è causa di tutte le guerre, sconvolgimenti che ci sono stati (e sempre ci sono e ci saranno), ma viene usata dall’uomo come proiezione per spiegare e dar senso alla propria vita, esistenza e ai suoi accadimenti. Analogo è il discorso per il Tema natale. Il cielo è utilizzato come medium, mandala, strumento per entrare in relazioni con i simboli astrologici.

Allo stesso modo partendo da queste premesse potrei utilizzare il TN di altri, pensarlo come mio, e motivarmi nel cogliere il meglio di quello che quest’ultimo mi offre.

Un po’ come avviene con il modellamento delle eccellenze in PNL cercando di prendere il meglio dalle persone che desideriamo. (Fornisco un link fra i tanti in cui viene spiegato ciò che intendo:http://www.vincenzofanelli.com/pnl-modellamento-eccellenza.htm)

Far passare il concetto junghiano di: “La predisposizione dell’individuo è già un fattore nell’ infanzia; è innata, non acquisita durante l’esistenza.” come la giustificazione che gli astri e il tempo ci forniscano in maniera quasi magica le loro caratteristiche è qualcosa che non riesco più ad accettare.

Secondo me il dilemma (almeno mio) sul perché l’astrologia funzioni è da spostare sul piano della comunicazione e costruzione della realtà. In tal senso il costruttivismo di Paul Watzlawick è illuminante.

Qui un’interessante intervista Paul Watzlawick: https://www.youtube.com/watch?v=1i0oesqgtBU#t=151

 

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