C. G. Jung: “In primavera tutte le forze vitali sono in uno stato di festosa esaltazione. In primavera (ma già “in Ariete”, il cui signore è Marte) deve anche aver principio l’opus alchymicum. È in questo periodo che occorre raccogliere gli “Aniada”, come se si trattasse di erbe salutari. L’espressione “raccogliere” (sammeln) è però a doppio senso: può infatti anche significare che si devono “raccogliere”, “concentrare” tutte le forze dell’anima in vista della grande trasformazione. In maggio si attua anche il mysterium coniunctionis di Polifilo, cioè l’unione con l’anima, che incarna il mondo divino. In queste “nozze” l’elemento umano si unisce a quello divino, poiché sono exaltationes utriusque mundi, come dice Paracelso. In modo significativo, mi pare, egli aggiunge subito: “Allo stesso modo bruciano le esaltazioni dell’ortica, e il colore della fiammella sfavilla e risplende.”516 L’ortica veniva raccolta a maggio per scopi terapeutici (per preparare l’acqua d’ortica), poiché la giovane ortica è urticante al massimo. Essa era perciò un simbolo di giovinezza “ad libidinis flammas pronissima”.517 Queste allusioni all’Urtica urens e alla flammula518 costituiscono un discreto accenno al fatto che maggio non è soltanto il mese di Maria, ma anche quello di Venere. Nella frase successiva Paracelso nota che questa forza “traduci in aliud potest” (può essere trasposta su qualcos’altro). Si darebbero infatti – egli dice – esaltazioni assai più potenti dell’ortica, e cioè gli “Aniada”, i quali non si troverebbero nelle matrici, vale a dire negli elementi fisici, bensì in quelli celesti.”