di Paolo Quagliarella
Una configurazione importante per il Sole è il quadrato a T formato da Luna e la congiunzione Saturno-Urano. I quattro pianeti sono coinvolti simbolicamente nel mito della castrazione di Urano, da parte di Saturno con la conseguente liberazione degli dèi olimpici e di Gea Luna. Come si leggerà nel mio libro ormai prossimo alla pubblicazione sul simbolismo solare questi aspetti con l’astro diurno sono fortemente individuanti a prescindere dal colore della configurazione. L’aspetto ci conferma ulteriormente che l’individuazione, la realizzazione profonda di sé, ovvero il sentirsi centrata passi per Franca dalle dinamiche di quarta casa (famiglia, profondità interiore), settima casa (rapporti con gli altri, partner), decima casa (realizzazione delle aspirazioni). L’età dell’oro, non ci sarebbe mai stata senza Crono/Saturno, che non rappresenta necessariamente la privazione, ma l’eliminazione di ciò che è superfluo o che è ormai “fuori tempo”, non più attuale.
Kerényi scrive: “A Crono è legato per noi il ricordo dell’età aurea. Il suo regno coincide con un periodo felice del mondo, di cui si parlerà più tardi. L’ulteriore storia di Crono, che altri poeti raccontarono più estesamente di Esiodo, mostra quanto strettamente siano connessi tra loro i due periodi. In quel tempo, nell’età aurea, il miele stillava dalle querce. I seguaci di Orfeo sapevano che, quando Zeus gli aveva messo le catene, Crono dormiva inebriato dal miele – il vino infatti non esisteva ancora. Egli aveva incatenato il padre, per trascinare l’antico dio in quel luogo, dove Crono – e con lui anche l’età, aurea – permanevano ancora, cioè sulle Isole dei Beati, all’estremo margine della terra. Zeus si era recato lì con suo padre. Lì le aure spiranti dall’Oceano accarezzavano la torre di Crono, e lì egli è re, «lo sposo di Rea, dea che troneggia in alto, sopra ogni cosa”.
La mitologia del Graal, di Perceval, della domanda da porre al Re ferito è accostabile alla visita da parte dell’uomo a Crono, che nella sua ricerca incessabile della verità si spinge oltre il proprio tempo ma dimentica di porre la giusta domanda. Questo è quello che deve evitare il Sole di Franca, deve porre la giusta domanda a Saturno, ovvero: cosa c’è che mi fa restare attaccata al mio presente che è comunque, ormai, il mio passato che mi addormenta e mi frena? Quali sono le mie vere responsabilità rispetto alla famiglia, agli altri affinché possa realizzarmi? Saturno/Crono richiama alle proprie responsabilità che significa farsi carico delle conseguenze in funzione di una scelta, una risposta effettuata o fornita o per la quale ci si è impegnati a farlo. Nel mito, Crono, ha avuto la responsabilità della castrazione del figlio Urano, ciò la condotto a divenire Re a propria volta, ma con il timore di essere anche lui spodestato da uno dei suoi figli, do ut des. Nello stesso tempo ha scelto di divorarli nel momento in cui Rea li metteva alla luce, si assunto la responsabilità di farlo e ne ha pagato le conseguenze attraverso le catene di Giove/Zeus.
Come ricorda Jacques Derrida, l’uomo non può rispondere a tutte le chiamate, così come in effetti ha fatto Saturno scegliendo fra salvare sé stesso o i propri figli. Questo mito, da un certo punto di vista, è assimilabile a quello biblico di Abramo in cui quest’ultimo deve scegliere fra l’obbedire a Dio o salvare il proprio figlio, Isacco. Franca, quindi, deve trovare la forza di scegliere e assumersi le responsabilità di farlo rispetto ai settori della vita simbolicamente coinvolti.