di Paolo Quagliarella

La domanda è: siamo noi a decidere il giorno, l’ora, i minuti, il luogo in cui nascere o sono i genitori a deciderlo? Mettiamo da parte le interpretazioni metafisico-religiose possibili, new-age, ecc… rispondiamo con oggettività scientifica, la risposta è no, salvo non sia il ginecologo a fissare la data di un parto cesareo. Immagino a questo punto anche astrologi che magari cercheranno o hanno cercato, non so, di pilotare la data per ingraziarsi un nascituro “figo”, manipolazione astrogenetica 🙂

Dunque non possiamo prevedere la nostra data di nascita, salvo non sia un agente esterno a definirla per noi. E per la data e le cause di morte?

Il discorso è analogo, non possiamo saperlo, ma possiamo scegliere di suicidarci o praticare l’eutanasia nelle nazioni dove è permesso.

L’inizio della vita, fuori dalla pancia di mamma, venire alla luce, può essere deciso da altri, che non sono io, mentre la morte posso deciderla da me. Non nasco per mia volontà, ma potrei scegliere di morire liberamente; sembra, dunque, essere più importante la morte, da un certo punto di vista, che l’inizio della vita, in quanto, la prima, potrei essere libero di ricercarla.

Astrologicamente parlando, venire alla luce, corrisponde al segno ascendente e i modi in cui nasco possono essere interpretati dai pianeti in prima casa, dal segno sulla cuspide, dalla posizione terrestre del suo governatore. Ecco, io ho Urano congiunto all’ascendente Bilancia, opposto a Marte in settima casa e entrambi quadrati a Mercurio al Medio Cielo: parto cesareo… ma quando mai!!! Nato serenamente e #pacatamente a casa di mia nonna. Ah, Venere, governatore dell’ascendente è in undicesima casa, in Vergine (che tristezza), ma isolata, vabeh, sono nato comunque sereno. Funziona questa astrologia e come se funziona!

Comunque l’interpretazione astrologica, i suoi metodi e le sue teorie, vanno calati nel contesto storico in cui nascono. Se le si vogliono modernizzare, nel bene o nel male, devono essere adattate al nuovo contesto, oppure facciamo filologia astrologica, molto interessante, ma è un’altra roba. Ovviamente, come vedremo, alcune tecniche, non dovrebbero neppure essere utilizzate, per diversi motivi, studiate, ovviamente sì.

Gli astrologi, in passato, hanno cercato di trovare gli elementi tecnico-astrologici che potessero indicare la morte, la data della medesima e il modo in cui questa dovesse accadere. Benissimo, è un’indagine interessante da studiare anche oggi, ma d’inutile applicazione nel nostro contesto storico.

Quanti fra questi astrologi hanno potuto sperimentarne la validità statistica delle loro affermazioni? Sì, perché, se affermo che un evento come la morte deve accadere e ci sono delle tecniche che lo prevedono allora voglio vedere la validità concreta, misurarla. Se ciò non accade non ha senso neppure parlarne, spaventi il tuo interlocutore e basta, magari fai pure in modo, involontariamente tu e lui, che cada nell’inganno della profezia autoavverante. Chiunque può scrivere un libro indicando tecniche e temi astrologici che meglio si adattano alle proprie teorie affinché risultino “vere”, ma, ripeto, con la morte è un altro discorso, totalmente inutile da portare avanti. Tutte le teorie funzionano sempre, a posteriori. Posso costruire una teoria diversa per ogni tema natale (dissonanza cognitiva). Ti piace vincere facile?

L’Astrologia, infine, non può dirmi nulla di vero, tangibile sulla mia nascita e altrettanto non può dirmi della morte, magari dobbiamo utilizzarla in un altro modo, non per fare predizioni, ma previsioni, evitando per infiniti motivi, che non vado a enumerare, di parlare di possibili/prevedibili/predicibili morti.

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