Nella fiaba di Apuleio su Amore e Psiche, Afrodite infastidita dal fatto che una mortale Psiche fosse venerata come lei per la propria bellezza decide di punire la giovane.
Il primo punto fondamentale da considerare è che la bellezza di Afrodite è quella terrena, sensuale, che accende gli immaginari sessuali strettamente in relazione con il segno del Toro, quella di Psiche, come dice il suo nome, è in relazione con l’anima, con la Bilancia altro domicilio di Venere.
Afrodite definisce, la bellezza di Psiche, nel racconto di Apuleio: “illecita” ovvero disdicevole, da non mostrare. Psiche non può vivere senza Afrodite e viceversa; il motore di Psiche è Afrodite, la sessualità, senza antagonista, Afrodite non esisterebbe non avrebbe nulla in cui specchiarsi, perderebbe la propria Ombra.
Gli umani che nel racconto veneravano Afrodite e Psiche avevano fatto nascere la gelosia nella divinità, emozione che scaturisce dalla comparazione di sé stessi con le caratteristiche di qualcun altro, e sostituzione per di più dell’interesse.
L’Ombra di Afrodite ruba il posto al suo Io. La gelosia è quella che ha provato Zeus quando Prometeo ha dato da mangiare agli uomini la parte migliore dell’offerta che sarebbe dovuta andare agli déi scatenando poi l’ira del lanciatore di folgori che ha punito il genere umano con le piaghe presenti nel vaso di Pandora. Oltre alla gelosia troviamo l’invidia che è rivolta verso un oggetto, un’attenzione mancante in chi la prova, nel caso di Afrodite, Psiche era venerata per delle caratteristiche che la divinità possedeva, ma in forma di Ombra, non esplicitata.
Per punire Psiche, Afrodite chiama in aiuto il proprio figlio Eros, che appare quasi mercuriale, un bambino dispettoso ma obbediente a sua mamma che “corrompe” gli animi delle donne con le saette, che fa innamorare. Afrodite chiede ad Eros di far innamorare Psiche dell’uomo più sfortunato, con meno onori, infatti quando ci s’innamora si perde il senno e si diventa “cechi”, ci si ammala d’amore.
Intanto Psiche pur essendo onorata da tutti per la sua bellezza non andava in sposa a nessuno, era triste nella sua casa, mentre le sue sorelle erano già tutte maritate. Il padre allora si rivolge all’oracolo di Apollo per capire come mai la sua figlia più bella non trovasse marito, l’oracolo rispose:
“Sopra un’alta montagna lascia, o re, la fanciulla ornata per le nozze di abiti funerei. Non aspettarti un genero nato da stirpe mortale, ma un crudele, un feroce, un mostro viperino, che volando con le ali nel cielo dà il tormento a tutti e con ferro e con fuoco distrugge ogni cosa, che perfino Giove teme, di cui gli dei hanno il terrore e anche i fiumi infernali e le tenebre dello Stige”. Apuleio
Come si legge in altri racconti mitologici, Apollo mostra la volontà di Giove, quindi è Giove il nume di riferimento di Psiche. Le nozze funebri ci rimandano a Persefone, all’Ade, a Plutone e al segno dello Scorpione che, inoltre, si oppone al segno del Toro governato da Venere/Afrodite. L’Ombra di Venere è Psiche. Eros, una volta vista Psiche s’innamora di lei e poi il racconto prosegue.
Eros è un daimon non una divinità in questa storia è a metà fra l’umano e il divino come descrive Kerénji, è un mediatore, ancora una volta in relazione con Mercurio è psicopompo, traghettatore di Psiche verso l’Ade.
“Un daimon non possiede un’identità reale, a differenza di un dio l’acquisisce soltanto nell’occasionale del potere divino”, Su Amore e Psiche, R. Lòpes-Pedraza.
Ma senza voler entrare troppo nella descrizione del racconto di Apuleio e nella sua rilettura simbolica del femminile, ciò che mi preme è mettere in relazione la figura di Eros con il tema natale che come emerso dall’ultima frase non è un pianeta, una divinità ma è la manifestazione occasionale, rappresentazione sincronistica ed archetipica di diversi poteri divini.
C’innamoriamo in modi diversi, in posti diversi, ognuno vive l’innamoramento secondo il proprio vissuto, la propria storia è quindi l’unione di eterogenee esperienze divine. Eros, in quanto mediatore, è ciò che rende possibile la comunicazione fra un Io e un Tu. Eros, per lungo tempo, nel racconto di Apuleio, non si mostrerà alla sua amata, non sarà illuminato, vivrà nell’essenza scorpionica, per non farsi scoprire dalla propria madre, Afrodite – Venere in Toro, ma Psiche non resiste, desidera conoscere il proprio amato, vederlo e illumina il suo volto con una torcia, una goccia di olio bollente cade su Eros, che spaventato vola via. L’atto inconsciente tipico dei valori ariete (fuoco) che si oppone all’altro domicilio di Venere, la Bilancia.
Quali possono essere gli elementi zodiacali in relazione con Eros? Eros è mediatore fra Io (Ascendente) e Tu (Discendente). I pianeti governatori di queste case e i pianeti presenti in ciascuna casa possono ben rappresentarlo, così come Mercurio (psicopompo). Allo stesso modo gli aspetti di Venere con Mercurio e di entrambi con i governatori dell’Ascendente e del Discendente, possono rappresentare alcune caratteristiche di Eros, che abbiamo detto essere un daimon e non una divinità, qualcosa che non possiede un’identità fissa.
Vi propongo alcuni esempi in cui possiamo provare ad individuare Eros, a voi poi declinarne il significato nella biografia dei soggetti considerati.
Rodolfo Valentino, noto attore e latin lover, vede l’Ascendente in Bilancia, domicilio di Venere, con la Luna (donna) nel segno e Venere in Gemelli in IX casa (estero). Marte governatore del Discendente è in Cancro in X casa. Mercurio è nel segno del Toro congiunto al Sole.
Erika De Nardo, Toro Ascendente Sagittario. Mercurio governatore della VII casa in Ariete, congiunto a Venere in Ariete in V casa (passione, gioco) opposti a Plutone. Giove in II casa in Capricorno (i confini, le risorse) quadrato alla Luna in Ariete.