“Il bisogno di alimentazione è fisiologico, non psicologico, ma una condizione di bisogno fisiologico ha delle conseguenze psicologiche che prendono il nome di pulsioni, che vanno distinte dal bisogno, sia perché un organismo affamato può essere a tal punto indebolito da non manifestare alcuna pulsione al cibo, sia perché un organismo sazio può non manifestare alcuna diminuzione della pulsione al cibo.” U. Galimberti, nuovo dizionario di Psicologia. Psichiatria, psicoanalisi e neuroscienze
Le Case astrologiche rappresentano i bisogni dell’uomo, ma nello stesso tempo diventano pulsioni poiché come scrive Galimberti sono in relazione l’una con l’altra. Mentre il bisogno fisiologico si esaurisce dopo che ha soddisfatto le carenze biologiche: fame, sete, la pulsione potrebbe restare e cercare ancora soddisfacimento, a prescindere dal soddisfacimento biologico.
“Secondo la psicoanalisi, l’alimentazione, oltre ad essere la prima forma di costruzione della propria identità, è connessa al piacere provocato dalla stimolazione della bocca, tipico della fase orale” U. Galimberti, nuovo dizionario di Psicologia. Psichiatria, psicoanalisi e neuroscienze
L’alimentazione è la prima forma di costruzione dell’identità. Sono diversi gli studi in tal senso da Freud Winnicott arrivando ai giorni nostri. L’alimentazione dal punto di vista astrologico è in relazione con i pianeti: Luna, Mercurio, Venere, Nettuno, Plutone, le Case (bisogni/pulsioni) II – VIII e VI-XII, i Segni del Toro, dello Scorpione e della Vergine. Gli aspetti fra questi pianeti, i governatori delle case coinvolte, e altri astri presenti nelle stesse ci possono parlare del nostro modo di vivere l’alimentazione, dei nostri valori personali, di quelli che mettiamo a disposizione degli altri, quindi di una parte della nostra identità.
Fra i miti greci che parlano della fame e che possono richiamare le configurazioni citati ce ne sono diversi, in particolar modo mi soffermo, però, su quello di Erisittone che era un re, violento, figlio di Triopa.
Si narra che egli non temesse gli dèi e decise di distruggere un bosco caro a Demetra per costruire con i suoi alberi un enorme tavolo. La divinità per vendicarsi condannò Erissitone alla fame eterna, per fare ciò la dea chiese aiuto a Limòs, dea della carestia, figlia di Eris, la discordia. Il re dilapidò tutti i suoi averi pur di placare la sua fame insaziabile, vendette diverse volte sua figlia, Mestra, al mercato pur di ricavarne denaro. Ciò fu possibile perché quest’ultima era stata un’amante di Poseidone e il dio per ricompensa le diede la possibilità di trasformarsi in qualsiasi cosa volesse, quindi ogni volta scappava tornando dal padre e si trasformava in altro per essere nuovamente venduta. Erisittone fini per la fame a divorare se stesso. In un altro racconto, invece, divenne un mendicante e fu costretto a vivere di elemosina agli incroci. Come sappiamo i crocicchi sono cari a Ermes/Mercurio e rappresentano l’importanza delle scelte.
Tornando per un attimo al nome di Erisittone notiamo che porta con sé la radice di Eris, discordia, suo padre era Triopa. Igino negli Astronomica afferma che Triopa, figlio di Poseidone, distrusse un tempio di Demetra per ottenere la legna necessaria per la costruzione della sua dimora, fu punito anche lui allo stesso modo del figlio, con una fame insaziabile, ma in più fu aggredito da un serpente che lo colpì con diverse malattie, infine venne posto nella costellazione dell’ Ofiuco per ricordare il suo crimine. Notiamo come ci sia qualcosa di “genealogico” fra Erisittone e suo padre, gli archetipi portano con sé, come ricordava Jung, sempre qualcosa degli altri da cui derivano, allo stesso modo della genetica.
Aver sempre fame dobbiamo trasporlo non solo dal punto di vista del cibo, ma anche nell’ottica del non sentirsi mai sazi come metafora, cercare di ottenere sempre più, come spinti da una pulsione irrefrenabile che può nascere dalla frustrazione subita in passato, di non essere stato nutrito abbastanza, di non essere riuscito a costruire una parte della propria identità, perché non ci siamo sentiti protetti e al sicuro, ci siamo sentiti, forse abbandonati. Offendere Demetra, la Vergine, governata da Mercurio, può significare non dare importanza alla natura, ai cicli che lo sono propri. Quando in un tema natale troviamo delle configurazioni che battono sui pianeti e gli elementi considerati possiamo pensare al mito di Erisittone e a come sia finito. Poseidone/Nettuno, abbiamo letto, appartiene anch’esso a questo mito, la prima protezione noi la troviamo nell’utero materno, ricco di liquido amniotico, il mare pimordiale in relazione con questa divinità, se Nettuno non protegge gli elementi del tema in relazione con il nutrimento e un segnale in più che può farci pensare alla “fame” compulsiva.