Iris era una divinità greca figlia di Taumante ed Elettra (suo padre era il Titano Oceano), messaggera degli dei, anche lei come Mercurio, portava le ali e si spostava a gran velocità. Iride inoltre era la personificazione dell’arcobaleno.  I messaggi di Iride a differenza di quelli di Ermes/Mercurio erano funesti, quindi concettualmente opposti a quelli del figlio di Zeus che erano positivi. Anche Iride come Ermes poteva andare negli inferi, ma per un solo motivo e in uno solo luogo, non come Ermes che era libero di girarvi. Vi lascio alla parole di Kerényi:

Le figlie generate con Taumante dall’oceanina Elettra sono Iris, la dea di nome «Arcobaleno», e le Arpie. Esse erano dee che avevano la funzione di intervenire negli eventi e nel destino dei mortali. Iris, dotata di piedi veloci, ma anche di grandi ali, era la messaggera. Per dirla nella nostra lingua essa era angelos. […] Si sentirà subito che anche Iris aveva visitato gli Inferi. Un’altra figura, oltre a quella dell’Angelos, in cui si cela Iris, è forse quella di Adotea, figlia di Proteo, il cui nome allude a un eidos, cioè a un fenomeno visibile come lo è l’arcobaleno.

Per quale ragione Iris, che secondo il suo nome era una messaggera del cielo, potesse venir mandata dagli dèi negli Inferi, lo si apprende da Esiodo. Lontanissimo dagli dèi abita nel suo palazzo famoso, sotto rocce incavate, la dea odiata Stige. Lì il cielo poggia su colonne d’argento. Raramente Iris arriva fin lì attraverso l’ampio dorso del mare; ma quando scoppia una lite o una contesa tra gli immortali e qualcuno degli Olimpici ricorre perfino alla menzogna, allora Zeus manda da quelle lontananze Iris, il giuramento degli dèi, con la missione di portare, in una coppa d’oro, la gelida acqua dai molti nomi che precipita dalle alte rocce. È l’acqua della Stige. [..]. Chi di loro giura il falso su quell’acqua, resta immediatamente privo di respiro e senza vita per un anno intero. Non gode più l’ambrosia e il nettare, il cibo e la bevanda degli dèi, ma rimane ammutolito e privo di sensi sul suo giaciglio. Passato l’anno gli toccano altre e peggiori punizioni. Per nove anni egli resta escluso dal consiglio e dai banchetti degli dèi; soltanto nel decimo viene riammesso alle loro riunioni.

Mentre Ermes è il dio della menzogna, dell’inganno, Iris punisce gli ingannatori. Iris è l’Angelo dei Tarocchi, colei la quale porta la novella non tanto piacevole. Quando c’è uno scontro tra gli dei, possiamo pensare a degli aspetti di tensione nel tema natale, appare lei. Può essere la posizione di Iris utile per capire come ridurre lo scontro simbolico fra i pianeti, quale potrebbe essere l’accordo da raggiugere. L’arcobaleno appare dopo la pioggia, grazie ai riflessi del Sole, Apollo, che s’incontrano con l’Acqua. Una delle sorelle di Iris, un’Arpia era la divinità della tempesta, possiamo pensare alla poesia: la quiete dopo la tempesta di Leopardi. Tornando a Iris e alla sua storia potrebbe essere rappresentata dal punto opposto in cui si trova Mercurio, nel tema natale.

Guardando all’oroscopo di Leopardi che ha Mercurio in Gemelli in VIII Casa, avrebbe Iris in Sagittario in II. Leopardi nello Zibaldone a proposito dell’autostima e del valore di sé (uno dei significati dalla II Casa) scrive: “Chiunque gode molta fama e la merita, è stimato più dagli altri che da se stesso. E così tutti quei che già furono, e lasciarono degnamente agli uomini la lor gloria, sono più stimati che essi non si stimarono.

La posizione di Iris nel tema natale potrebbe farci pensare a quali sono le bugie che più odiamo sentire, quelle che c’infastidiscono di più. Nello stesso tempo rappresentando l’arcobaleno può indirizzarci a fantasticare su cosa sia per noi la quiete dopo la tempesta, cosa ci può rinfrancare…

A voi lettori lascio altre idee…