Ho sempre pensato che l’astrologia dovesse unire diversi strumenti e metodi per mettersi in relazione con l’uomo; sono gli strumenti, l’astrologia che devono adattarsi al soggetto e non viceversa. Con la parola “adattarsi” intendo avvicinarsi, correre incontro, entrare in relazione con le affinità di quell’anima specifica che chiede consulenza e supporto.

Tutte le manifestazioni dell’uomo, della natura, la comunicazione in primis sono gli strumenti che l’astrologia deve utilizzare. L’astrologo dovrebbe rispecchiarsi in quelli che erano gli artisti del rinascimento italiano: da Ficino, passando per Botticelli e Michelangelo.  Nelle parole di Thomas Moore, finalmente, dopo più di vent’anni ho trovato scritto ciò che ho sempre pensato. La magia esiste, ma in un contesto psicologico, nel mondo del fare anima.

Arte, poesia, musica e tutto ciò che è strettamente connesso all’uomo sono gli strumenti utili all’astrologia che quest’ultima deve riprendere ad utilizzare.

Fino a quando c’è una connessione con la psiche, e dunque un atteggiamento metaforico a sostegno, il lato oscuro della magia può essere compreso anche come espressione della psiche.

E tuttavia, finché l’anima è al centro, il coinvolgimento con la materia rimane un mezzo di approfondimento psicologico. Perciò, le stesse produzioni d’arte tangibili, e perfino il piacere che si trae dall’arte, sono mezzi per nutrire l’anima. E così lo sono anche la magia e l’astrologia. Per coloro che sono portati per la realtà psichica, questi arti occulte servono ad attirare la psiche verso aree non altrimenti accessibili. Ritualizzano e disegnano la mappa di mondi psichici che sono estremamente irrilevanti e fuorvianti per la mente scientifica, ma significativi per l’anima.”, Thomas Moore, Pianeti Interiori, pagg. 44,45

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