Leggendo l’intervista rilasciata da Claude Levi-Strauss ad Andrè Barbault (L’astrologue n. 9, (I trimestre 1970) anno III), ho pensato di riassumere i concetti principali, ma sarebbe da leggere per intero.
Claude Levi-Strauss racconta che il giorno in cui è diventato professore associato di Filosofia per fare qualcosa che simbolicamente lo liberasse dai lunghi anni di studio decise di recarsi in libreria e acquistare un libro di astrologia.
Durante l’intervista Levi-Strauss afferma che qualcosa di serio si nasconde dietro l’astrologia avendo anche ricevuto un’interpretazione dell’oroscopo, ma secondo lui la previsione dell’avvenire non ha un fondamento. Lo schema zodiacale seppure sia una forma arbitraria di definizione, un assumere a priori la validità del cerchio, apre la mente a una riflessione, a uno sforzo intellettuale che è positivo.
Levi-Strauss muove una critica corretta, dal punto di vista dell’analisi del reale, su come la struttura che noi astrologi percepiamo, vera, indubitabile sia non altro che una creazione della mente umana e come tale possa ovviamente trovare una relazione di significato fra il cielo e l’uomo, creiamo con il tema natale una struttura con le sue regole le fissiamo a priori come in qualsiasi altra costruzione umana realizziamo un modello d’interpretazione della realtà, un sistema di riferimento: l’astrologia e le sue regole. Aggiunge che per lui è impossibile accettare che vi sia una casualità tra eventi celesti e vita umana. Come dargli torto? Ma si crea un legame di significato per chi vive immerso nei suoi simboli, per chi vive nel sistema, soprattutto quando si sperimentano fenomeni ciclici come il movimento degli astri. Per Levi-Strauss l’astrologia è quindi un grande sistema, un campo per dirla in termini fisici, con lui ha convissuto per millenni e che gli è tornato utile perché, appunto, l’uomo non può vivere senza sistemi di riferimento che permettano d’interpretare la vita e la realtà. Inoltre, lo scienziato, afferma che l’astrologia può ancora aiutare a pensare.
Un passaggio notevole che Levi-Strauss fa è quando spiega come non sia strettamente necessario ragionare in termini di causa-effetto perché l’astrologia possa avere un senso e funzionare, si può pensare che vi sia una legge, un qualcosa d’altro che le faccia vivere in armonia, in concerto. Ovviamente, aggiungo io, è la sincronicità è l’elemento che permette di tenere assieme, viva e sensata l’interpretazione astrologica.
In chiusura Levi-Strauss afferma che ci sono: “dei segni – l’astrologia – che ci sono segreti che non conosciamo e che ritengo incline a dire, probabilmente non conosceremo mai. Sai, c’è una lunga strada da percorrere insieme, perché l’astrologia mi sembra una materia di studio, se non di studio, almeno uno dei temi più affascinanti dello studio. Per sapere come pensano gli astrologi, come pensano, come pensano, usiamo trattati e manuali come quello che sono andato a comprare molto tempo fa. Ma ci sarebbe un intero studio da fare che mi sembrerebbe molto più eccitante, dai documenti concreti, prendendo la notevole massa e gli oroscopi disponibili preparati dagli astrologi di qualità, per cercare di ricostruire il modo in cui la loro mente ha funzionato, come hanno fatto. È un lavoro di etnologo, di psicologo…” L’astrologue n. 9, (I trimestre 1970) anno III