La parola pandemia contiene la radice del nome della divinità greca Pan, figlio di Ermes abbandonato dalla propria madre perché brutto e deforme. Pan, significa tutto, anche se in origine la parola era in relazione con il nome pastore, Ermes infatti era anche un pastore e quando generò Pan lo fece sotto queste vesti.
Il pastore governa e dirige le greggi. Nella pandemia vediamo il caos e la paura che neppure Ermes riesce a governare, forse perché Ermes/Mercurio è retrogrado e non ha la forza necessaria? La comunicazione non è chiara, c’è molta confusione.
Pan viene portato fra gli dèi dell’Olimpo, avrebbe dovuto allietare, divertire se non lo fa vuol dire che noi dobbiamo sacrificargli qualcosa, ricordarlo come divinità, abbiamo mancato di rispetto a Pan. La natura stessa in relazione con Pan gioisce da quando ci sono meno spostamenti, c’è meno smog, grazie al telelavoro, la natura sta tornando a respirare, a vivere, mentre noi smettiamo di respirare, a causa del virus. L’Archetipo che si esprime per opposti, che rappresenta gli opposti, appare con chiarezza: togliere e dare respiro. Cosa vuole Pan? Se pensiamo ai cambiamenti che stiamo facendo in questi giorni, agli stili di vita forzatamente modificati possiamo provare a trovare una risposta.
Correre, ci toglie il fiato, crea ansia. Ora siamo costretti a non correre più, a non uscire di casa, a rallentare i ritmi, ci voleva Pan che doveva incazzarsi, da soli non ci saremmo arrivati?!
Speriamo che con il ritorno diretto di Mercurio il 10 marzo e il superamento nei giorni successivi dei 12/13° gradi del Segno dei Pesci a partire dal 30 di marzo, le cose comincino ad apparire più chiare e meno ansiogene.
Onore a Pan!
Qui un altro articolo su Pan!