Usiamo Platone e la sua opera, il Simposio, come punto di partenza per una riflessione astrologica, non dobbiamo dimenticare il contesto storico in cui il lavoro è stato scritto, gli usi e i costumi dell’epoca, prendiamo ciò che ci sembra meglio e più adatto per i nostri tempi. Le intuizioni di Platone sono sempre illuminanti e vanno contestualizzate nel presente. 

Pausania parlando di Eros/Amore, nel Simposio di Platone, descrive due tipi di Afrodite pandemia e urania. La prima, Afrodite pandemia, più giovane in ordine di età figlia di Dione e Zeus, a seconda Afrodite urania, più vecchia, figlia, secondo Esiodo, del titano Urano divinità del cielo, evirato da Crono. Il motivo per cui sarebbero due, secondo Platone, è il seguente:

“Tutti sappiamo che non c’è Afrodite senza Eros. Se Afrodite fosse una, uno sarebbe anche Eros; ma poiché sono due, di necessità vi sono anche due Eros. E come non sono due le dee?”

Ci sono due Amori, due tipologie diverse. Afrodite pandemia rappresenta l’amore carnale, passionale, Afrodite urania rappresenta l’amore celeste, spirituale, la ricerca del bello assoluto. Platone utilizza un escamotage letterario nel Simposio cercando di raccogliere le voci diverse su Eros, Amore e la stessa cosa fa con Afrodite accentuandone anche i tratti morali: ciò che è bello o brutto, offrendo definizioni anche molto nette:

Nessuna di queste azioni di per sé stessa è  bella, ma tale risulta nel suo compiersi, secondo il modo in cui viene compiuta: se l’azione è compiuta in modo bello e retto, è bella; se, invece, non viene compiuta in modo retto, è brutta. Così anche per l’amore: non ogni Eros è bello né degno di essere elogiato, ma solo quello che ci spinge ad amare in modo bello”

Il male per Platone è non comprendere che l’amore non deve essere indirizzato verso ciò che è caduco, non è retto e si trasforma, ma su ciò che è immortale e imperituro, infatti definisce ciò che è male in questo modo:

Innanzi tutto, costoro  amano […] amano i corpi più che le loro anime;

Il corpo si trasforma, cambia e l’uomo che s’innamora solo del corpo non può fare a meno che abbandonarlo quando quest’ultimo si è appassito, quando è venuta a mancare la bellezza della vista che l’aveva conquistato.

VENERE NEL SEGNO DEL TORO

Venere (Afrodite) è domiciliata nel Segno del Toro – Segno femminile, Elemento Terra, funzione junghiana sensazione – rappresenta anche il piacere carnale, passionale, fisico, godereccio, del cibo è Afrodite pandemia, ma in quanto tale è una parte del piacere umano, quella che è appunto in relazione con la fisicità. Ci possono essere momenti in cui si è presi soltanto dal corpo e momenti in cui si presi dall’amore per l’anima dell’altro, ma entrambi sono momenti dell’amore necessari. In questa divisione offerta da Platone cogliamo i due poli opposti e complementari di Afrodite che unisce entrambi i significati. Il piacere per il corpo e per l’anima rappresentano la fusione, ma non è certamente sbagliato, provarne soltanto uno o l’altro. Nel Segno opposto, lo Scorpione, troviamo l’Elemento Acqua, che fertilizza, che fa nascere ma può anche trasformare e far morire, quando in è eccesso. L’anima dell’altro è intangibile come quella che troviamo nel regno di Ade/Plutone governatore dello Scorpione. Nello Scorpione troviamo, secondo l’astrologia classica, anche il secondo domicilio di Marte.

VENERE NEL SEGNO DELLA BILANCIA

Per quanto concerne Afrodite urania, Platone afferma che sia priva di femminile perché nata soltanto da Urano. Possiamo affermare che se da una parte è vero dall’altra però potremmo avere due principi femminili che l’hanno generata. Il primo è in relazione con Gea, moglie di Urano, nel mito si dice che Gea avesse in sé Urano, lo portasse dentro di sé, quindi è come se una parte del femminile fosse assunto indirettamente da Afrodite attraverso il proprio padre, un essere “in potenza” del femminile.

L’altro principio femminile è l’acqua dalla quale Afrodite nasce. Lo sperma di Urano evirato cade in acqua e attraverso lei Afrodite nasce. Non abbiamo, dunque, una madre “genetica” al cento per cento, ma due tipologie diverse. Soprattutto l’ultima, l’acqua, è importantissima dal punto di vista simbolico. Il piacere di Afrodite urania è quindi una divinità che è in relazione anche con l’Animus, con lo spirito e con il fuoco come indica la radice della parola “urano”.

Venere (Afrodite) è domiciliata nel Segno della Bilancia – Segno maschile, Elemento Aria, funzione junghiana pensiero – e si oppone all’Ariete dove troviamo l’Elemento Fuoco. E’ una Venere che ha bisogno di armonia concettualizzata, armonia pura distaccata dalla realtà, dal tangibile, armonia idealizzata dal pensiero che alimenta il Fuoco e attiva lo spirito. E’ il Segno dei matrimoni, della coppia, dei contratti del rapporto con l’altro. James Hillman scrive:

Possiamo ancor oggi vedere l’effige di Temi nella figura astrologica della Bilancia, segno zodiacale associato a Venere, dove la bilancia, ovvero l’equilibrio, evoca una spassionata simmetria. La Bilancia è associata alla Settima Casa, che secondo la tradizione astrologica presiede alle relazioni: matrimoni, amicizie, inimicizie, armonie e conflitti.

Platone nel Simposio, attraverso le parole di Pausania, ricorda che ogni divinità “buona o brutta” che sia deve essere onorata, allo stesso modo anche le due Afrodite i due tipi di piaceri complementari e diversi devono esserlo.

Come si può notare i due domicili di Venere e Toro e Bilancia e i Segni opposti Scorpione e Ariete completano il quaternio degli elementi, ciascun Segno, appartiene ad uno dei quattro: Acqua, Aria, Terra e Fuoco. Esistono due tipi di piaceri archetipici, stando alla lettura di Platone, Venere in Toro e Venere in Bilancia, che poi sono declinati nel tema natale a seconda della nostra specifica posizione di Venere per Segno, Casa e Aspetti. Inoltre nei Segni opposti Scorpione e Ariete troviamo Marte, poiché lo Scorpione, nell’astrologia antica vede il pianeta rosso come suo governatore, allo stesso modo dell’Ariete. Afrodite, il piacere, senza l’azione, la scelta di Marte resterebbe solo desiderio insoddisfatto.