“L'”anima” è la personificazione di tutte le tendenze psicologiche femminili della psiche dell’uomo, cioè sentimenti e atteggiamenti vaghi e imprecisi, presentimenti, la ricettività dell’irrazionale, l’amore di sé, il sentimento della natura, e l’atteggiamento nei confronti dell’inconscio. Non è per caso che nell’antichità spettava a sacerdotesse (come la sibilla dei Greci) l’incombenza di penetrare la volontà divina, e di istituire rapporti con gli dèi.”
La personificazione maschile dell’inconscio della donna – l'”animus” – presenta aspetti positivi e negativi, proprio come l'”anima” nell’uomo. Ma l'”animus” non si manifesta così spesso in forma di fantasia erotica; più di frequente assume la forma di una intima convinzione «sacra». Quando una simile convinzione venga espressa con voce sicura, maschile, o venga imposta ad altri tramite violente scenate emozionali, la mascolinità latente nella donna si rivela apertamente. Tuttavia, anche in una donna che presenti spiccati i caratteri della femminilità, l'”animus” può avere la forza di un potere inesorabile. Tutto a un tratto si individua, in una simile donna, un inaspettato elemento di fredda, inaccessibile ostinazione.
Uno dei temi favoriti con i quali l'”animus” si presenta in tali tipi di donna può sintetizzarsi così: «la sola cosa al mondo che mi interessa è l’amore; e lui non mi ama»; oppure così: «in questa situazione ci sono solo due possibilità: e l’una e l’altra sono negative». (L'”animus” non crede negli imprevisti.)
E’ difficile opporsi alla tendenza dell'”animus”, perché questa, in genere, è una tendenza giusta; e, tuttavia, solo raramente essa sembra corrispondere alla situazione individuale. E’
una tendenza che sembra ragionevole, ma al di là delle nostre possibilità.” M. L. von Franz, L’uomo e i suoi simboli.