Ringrazio la pagina Facebook Intus-legere Italia per avermi ricordato di Essere e Tempo, soprattutto di questi passaggi che riporto sempre dalla stessa fonte citate e che mostrano come il pensiero di Heidegger possa essere messo in relazione con quello ci Carl Gustav Jung, soprattutto, in questo caso, con il concetto di archetipo.

 

“Scriveva Heidegger in “Essere e Tempo”: «non è solo la risposta che manca alla domanda circa l’essere, ma […] la domanda stessa è oscura e disorientata».

Quel che Heidegger chiarisce, quanto meno nelle parti dell’opera pubblicate (l’Indice suggerisce un progetto ben più ambizioso), è che l’Essere non abbia una struttura cristallizzata, rigida, ma si risolva nell’essere che noi umani, di volta in volta, siamo. Per questo Heidegger definisce l’uomo un «esserci». L’Essere dell’«esserci» (il nostro Essere), propriamente, non “è”, ma è sempre un «poter-essere», un qualcosa che ha da essere. In noi è sempre aperta la possibilità d’essere, come sempre presente e tuttavia non necessaria, ma possibile, libera. Per questo esistere implica la scelta, la risolutezza, e quella «cura» continua verso gli enti del mondo e verso gli altri «esserci» che può essere autentica o inautentica, poiché minacciata dal conformismo, dal desiderio di fuga, di dispersione per paura di scegliersi. “

 

L’Essere, per riportarlo al pensiero junghiano, potrebbe venire rappresentato dall’archetipo che è la forma dei possibili esistenti, la rappresentazione archetipica diventa l’esser-ci, quello che scegliamo che l’essere diventi per noi, la nostra vita, il nostro reale fisico e psichico. Il nostro essere in quanto uomini è mutevole ed in continua possibilità di esser-ci di diventare il nostro vissuto in base alle scelte che facciamo. Scegliere significa esistere, il pianeta della scelta, per passare all’astrologia, è Venere che assieme a Marte agiscono e fanno nascere la divinità Armonia, ma non bisogna avere paura di scegliere altrimenti siamo condotti a un esser-ci inautentico.