COSA SONO LE EMOZIONI
Per Jung le emozioni (affetti) sono in qualche modo strutturate in due parti; la prima parte è psichica, la seconda fisiologica/corporea. Entrambe sono in relazione l’una con l’altra ovvero quando provo un sentimento immediatamente dopo ho un cambiamento nello stato fisico, ad esempio arrossisco nel caso di un complimento. [1]
La definizione di emozioni viene chiarita ancor meglio nel lavoro di P. F. Pieri:
“[…] le emozioni non sono né pensieri né intenzioni, né cognizioni, e non sono nemmeno sentimenti. Per quanto, strutturalmente vi diano origine e decisamente li alimentino fino a stabilizzarli, non possiamo dire che le emozioni posseggono il carattere quasi cognitivo e intenzionale che invece i sentimenti acquisiscono e veicolano – al punto tale che le nostre “funzioni superiori” possono, in un certo senso, governarli, filtrarli e selezionarli, modularli e moderarli, e persino reprimerli. […] le emozioni sono manifestazioni sensibili che, come tali, segnalano, per un verso, lo psichismo e la vita mentale elementare degli esseri umani e degli esseri viventi in generale; per un altro verso, una qualche forma di differenziazione tra un dentro e un fuori, ovvero tra la vita interiore di un certo organismo e quella esteriore allo stesso organismo; e, per un altro verso ancora, il riverbero dell’input di ordine percettivo nelle risposte comportamentali e le relative risonanze sensoriali. In questo senso, il paradigma cui possiamo riferirci quando ne parliamo, è quello delle emozioni come risposta: vale a dire, l’emozioni si attiverebbero per la non perfetta sintonia e quindi proprio attraverso la differenza che si produce nel contatto o nell’urto che un sistema organismico, in quanto tale coerente, ha con l’ambiente.”[2]
Le parole di Jung e di Fieri mettono in relazione le emozioni con i tipi psicologici: sentimento e sensazione. Immediata è l’assonanza con gli elementi Acqua e Terra. L’emozione per Jung è ciò che partecipa strutturalmente all’intero mondo psichico e svolge una funzione essenziale poiché viene prima del pensiero, dell’azione, dell’intelletto e della volontà. Il nostro mondo psichico personale, astrologico, è costituto dai cinque pianeti personali, fra cui vi è anche la Luna che è un luminare come il Sole. I luminari sono quegli elementi zodiacali fondanti per l’intera personalità e per l’intero tema. Il Sole cerca nel suo viaggio eroico la sua Luna (principessa), cerca l’emozione per dare un senso alla propria vita e dunque esistere, all’interno di questo viaggio archetipico si dipana la nostra vita. Qualsiasi azione umana, prosegue Jung, è mossa dall’emozione, l’uomo è dunque immerso in un mondo emozionante. Le emozioni, inoltre, sono associabili alla Luna proprio perché smuovono il corpo, il sistema nervoso, e la Luna, in quanto Anima, è carne e corporeità. Inoltre la Luna è domiciliata nel segno del Cancro (Acqua) ed è in esilio nel Capricorno (Terra), è esaltata in Toro (Terra) e in caduta in Scorpione (Acqua), abbiamo un chiasmo interessante fra gli elementi zodiacali.
COME SENTIAMO LE EMOZIONI
Come sentiamo le emozioni? Prima di tutto ci arrivano le informazioni dall’esterno, le cogliamo attraverso i 5 sensi, poi il nostro cervello le elabora trasformandole in mille cose diverse. Da queste trasformazioni “interne” nascono le emozioni che possono provocare anche cambiamenti nell’organismo. Le emozioni possono essere primarie (la rabbia e la paura – la tristezza e la gioia – la sorpresa e l’attesa, il disgusto e l’accettazione)[3], – alcune sono innate nella specie umana – e secondarie, derivate dalle prime, ma destinate a inserirsi e a prendere forma con la crescita dell’individuo, la relazione sociale, la possibilità di riflettere su sé stesso. Il nostro vivere nel modo genera in noi sempre emozioni, poiché siamo immersi in una realtà sensoriale; le emozioni possono avere una grande, piccola o anche infinitesimale intensità, dunque qualsiasi cosa che dall’esterno giunga ai nostri sensi produce emozioni e si trasforma in sentimento. Il sentimento è un’elaborazione successiva dell’emozioni effettuata dal nostro cervello che s’inserisce all’interno del vissuto di ciascun soggetto. Ecco uno dei legami tra sentimenti ed emozioni. Jung inoltre spiega la nascita delle emozioni nel seguente passo riassunto e commentato da P. F. Pieri:
«Gli elementi della vita psichica, sensazioni, rappresentazioni e sentimenti – scriveva Jung – sono presenti alla coscienza sotto forma di determinate unità, che, per tentare un’analogia con la chimica, si possono paragonare alle molecole. Esempio: io incontro per la strada un vecchio amico: nel mio cervello si forma un’immagine, un’unità funzionale: l’immagine del mio amico X. In questa unità (molecola) distinguiamo tre componenti “radicali”: percezione sensoriale, componenti intellettuali (rappresentazione, immagini mnemoniche, giudizi ecc.), tono affettivo. Queste tre componenti sono unite in un saldo legame […]. Questo mio amico una volta, con chiacchiere avventate, mi ha trascinato, in una storia spiacevole, di cui dovetti a lungo sopportare le conseguenze. La storia comprende in sé un grande numero di associazioni (essa si può paragonare a un corpo costruito con innumerevoli molecole). Molte persone, cose, avvenimenti vi sono contenuti. L’unità funzionale “il mio amico” è in essa una figura tra le tante. L’intera massa mnemonica ha un determinato tono affettivo, un vivace sentimento di collera. Ogni molecola prende parte a questo tono affettivo, cosicché di regola, questo tono affettivo è presente dappertutto, tanto più chiaramente quanto più evidente è il suo rapporto con l’insieme più grande». Quindi, ognuna di queste “molecole” «partecipa al tono affettivo dell’intera massa di rappresentazioni che noi definiamo – scrive Jung – col nome di complesso a tonalità affettiva». E tutto ciò egli lo spiegava con il carattere strutturante attribuito alla stessa affettività, infatti così proseguiva: «Le singole rappresentazioni sono [sì] legate tra loro secondo le diverse leggi dell’associazione (somiglianza coesistenza ecc.). Ma ciò che le seleziona e le raggruppa in insiemi più grandi è un affetto»[4]
Le emozioni, sebbene nascano dallo scontro dei sensi con la realtà e producano effetti fisiologici, possiedono comunque “uno strato di espressività che possiamo definire di livello a-linguistico o extra-linguistico, pre-linguistico o sub-simbolico, per quanto, dentro il linguaggio verbale, diano luogo a effetti semantici.”[5] E’ importante questo passaggio perché, come si leggerà più avanti, le emozioni comunicano con l’esterno e con gli altri attraverso un sistema simbolico che è il linguaggio.
LA PRODUZIONE “ARTISTICA”
Quando un uomo realizza qualche cosa, la pone all’esterno di sé, diventa un prodotto e un’espressione artistica. Per Arte non s’intende soltanto la musica, la pittura, la poesia, il cinema, ma tutto ciò che viene creato dall’uomo. La parola arte sembra essere composta dalla radice ariana, “ar” che in sanscrito significa andare verso, aderire, adattarsi. La parola “arto” ha la medesima forma, gli arti ci servono per andare verso, muoverci nel mondo e interagire con esso. In greco “Arnoti” significa muovere, suscitare.
L’arte e le sue produzioni, in senso traslato, possono essere identificate come le realizzazioni di qualche cosa che “si muove verso” e che si situa all’esterno, suscitando emozioni. L’utilità della produzione artistica può essere insita nelle intenzioni dell’artista, dell’artigiano ovvero avere uno scopo già chiaro nella testa del creatore che vuole creare opere d’arte, d’intelletto, manufatti che si adattano alle nostre necessità, ma l’utilità può essere anche solo contemplativa e quindi l’autore crea senza uno scopo cosciente per gli altri, crea per una sua necessità personale. Non nasciamo tutti poeti, pittori, musicisti ma possediamo la facoltà di creare “opere d’arte”, che sono anche, semplicemente, pezzi della nostra vita, la nostra vita stessa.
Il verbo emozionare deriva dal latino “ex-movere”, portare fuori, ma anche come Ricorda Lidia Fassio, “la parola “emozione” deriva dal latino “emo-agere”, ovvero “agire sul sangue”; è interessante perché ciò che noi avvertiamo dell’emozione è proprio la spinta all’azione. In effetti, nel momento in cui proviamo l’emozione, il nostro sangue viene praticamente canalizzato in alcuni punti del corpo, quelli che più ci predispongono a dare una risposta corretta rispetto al tipo di informazione che abbiamo ricevuto.”[6]
Spesso possiamo istintivamente pensare all’emozione come a qualcosa d’interiore, il che è vero poiché nasce dal nostro interno, ma dimentichiamo che la sua espressione fondamentale appare quando viene “portata” fuori, palesata all’esterno. Ridere, piangere, arrabbiarsi sono alcune manifestazioni emotive che prendono forma dalle informazioni che ci arrivano (Mercurio) che attivano il nostro sentire (Luna) alla luce del nostro modo di relazionarci con l’ambiente esterno (Ascendente), spingendoci infine all’azione (Marte) poiché l’uomo costruisce il suo punto di vista sul mondo partendo dalla relazione con l’ambiente, relazione che non è passiva, come semplice accettazione del medesimo, ma attiva poiché si esprime sulle corde dell’Ascendente: come vediamo il mondo, appunto.
Ascendente, Luna, Mercurio, Marte sono i primi elementi chiave in relazione con le emozioni.
Sentire le emozioni, “ascoltare” ciò che hanno da dire gli elementi zodiacali considerati sono funzioni tipiche di Mercurio, che raccoglie i fatti dall’esterno e dall’ìnterno. Psicopompo, traghettatore di anime, Mercurio è il mediatore tra esterno e interno, colui il quale comunica, ovvero rende comune a tutti, condivide le informazioni che ha acquisito e che sono state “rielaborate” dal soggetto. Per rendere comune, condividere, bisogna utilizzare lo stesso linguaggio che sia conosciuto dall’emittente e dal ricevente le informazioni. Il linguaggio e la lingua utilizzata, a questo punto, sono una convenzione e come tale soggette a essere sostituite da altre e adattate a diverse situazioni. Chomksy affermava che: “…le analogie strutturali che si riscontrano nelle varie lingue, fanno ritenere che vi sia una grammatica universale innata fatta di regole che permettono di collegare il numero limitato di fonemi che gli organi vocali della specie umana sono in grado di produrre”. Ecco un possibile motivo per sostituire una convenzione (lingua) con un’altra, ma secondo me anche un linguaggio con un altro. Ciò che permette di condividere qualcosa tra diverse persone, di comunicare a soggetti diversi informazioni comuni derivanti dall’oggetto osservato, dalle situazioni osservate è, dunque, il binomio lingua/linguaggio. Il linguaggio non è necessariamente parola, ma anche forma, gesto: è un medium che può anche essere non conosciuto dal ricevente, ma essere sostituito di volta in volta e associato al prodotto. Nello stesso tempo ogni prodotto è necessariamente realizzato con un determinato binomio: linguaggio/lingua. Un’opera musicale sarà composta da diverse note, un bicchiere di vetro dalla materia prima, il vetro e altri metalli, ma noi possiamo affermare ciò perché guardiamo all’opera musicale da conoscitori del suo linguaggio e al bicchiere da conoscitori della chimica, se guardassimo in altro modo vedremmo altro a seconda della coppia lingua/linguaggio utilizzata. Quindi ogni manifestazione umana, ogni prodotto, si apre a infinite letture attraverso diverse lingue/linguaggi. Ad esempio cogliere in una produzione artistica il senso più profondo e personale della stessa è un passaggio che è in relazione con il vissuto, la storia del soggetto, dell’osservatore, ognuno di noi può associare alla medesima produzione un senso/sentimento diverso proprio perché il prodotto genera, comunque, emozioni. Il Lacrimosa di Mozart, ascoltato/letto con il linguaggio della musica (la lingua invece è l’insieme delle note), può far nascere in me sensazioni, sentimenti diversi, a seconda del momento e dello stato d’animo con cui l’ascolto, ma certamente mi comunica qualcosa: a questo qualcosa associo un senso che mi permette di comprendere in quel momento la creazione artistica. Nello stesso tempo, l’opera emette delle note, che sono una lingua che può essere conosciuta da alcuni (i musicisti), ma che quello specifico ricevente può anche non conoscere. Abbiamo un piano espressivo proprio dell’oggetto, l’emittente che viene simbolicamente letto, grazie a Mercurio, dal ricevente attraverso il binomio di cui abbiamo parlato in precedenza sensazione e sentimento. Le note (lingua), la musica (linguaggio), sono i mediatori/attivatori delle emozioni del ricevente. Il linguaggio è in relazione con il sentimento (Acqua), la lingua è in relazione con la sensazione (Terra), A seconda di come mi pongo in ascolto del mondo, di come vedo il mondo, gli oggetti possono fornirmi informazioni diverse. Io posso rendere un oggetto carico di emozioni “vere” sole per me. Guardo a un portapenne (realizzato in modo artigianale: linguaggio), attraverso l’insieme dei suoi componenti (lingua) e può emozionarmi poco o anche nulla, perché le sensazioni e il sentimento non vibrano assieme e non producono emozioni, ma se una delle due, per esempio il sentimento, si attiva, l’emozione scatta. Se penso che quel portapenne mi è stato regalato dalla mia prima fidanzata, tutto cambia. I due tipi psicologici junghiani: sensazione (Terra) e sentimento (Acqua), generano le emozioni (azione verso l’esterno, risposta fisica) che sono in relazione con l’intuizione (Fuoco), mentre il pensiero (Aria) li comunica.
Ma perché quando, per esempio, ascolto una canzone, senza che abbia testo o parole, dunque solo musica, posso avvertire delle emozioni di gioia e tristezza, benché non mi sembri di essere condizionato da nulla né da un mio stato d’animo precedente? Una risposta può essere legata all’evoluzione della specie umana e a come il lamento, le urla o i canti, prime forme di comunicazione tra gli uomini, abbiano modificato la nostra struttura celebrale rendendola «attenta» a queste differenze di ascolto. Analogamente possiamo pensare, con un approccio scientifico, che vi siano delle vibrazioni sonore che stimolino in un certo modo il nostro sistema celebrale: certo è che esiste una predisposizione innata a ricevere la musica (linguaggio) che riempie una forma o archetipo musicale. Gli archetipi hanno un fondamento “biologico” perché connaturati alla struttura di tutti gli esseri umani. In sintesi si può affermare che siamo già “condizionati” alla nascita anche senza volerlo. Considerazioni analoghe si possono fare con l’utilizzo dei colori nella pittura. Ciò che desidero evidenziare è che abbiamo due casi di “ascolto/ricezione” dei segnali provenienti dall’ambiente: attivo, decidiamo come vedere il mondo/oggetti e «passivo» nel senso di condizionato sin dalle origini dal nostro essere uomini. I due casi di ascolto sono entrambi in relazione con il nostro segno Ascendente. Con la Bilancia che sorge, magari siamo attratti dalla musica classica, dall’armonia, con l’Ariete, invece, siamo presi più dal ritmo e dalla forza e così via dicendo. Abbiamo una lettura consapevole e inconsapevole del mondo esterno. Uno schema riassuntivo di come vediamo il mondo è il seguente:
- Modo di vedere attivo (condizionato da una nostra scelta, dalle nostre esperienze passate e dall’Ascendente)
- Modo di vedere passivo (condizionato da aspetti biologici di tutti gli uomini e dall’Ascendente)
Tornando a Mercurio dobbiamo ricordare che il pianeta raccoglie le informazioni dal mondo e le riporta all’ascendente, al punto di entrata. Possiede due funzioni: sente/raccoglie le informazioni che vengono trasformate da noi in emozioni e le comunica. La realizzazione del prodotto è un atto creativo, un linguaggio proprio della Quinta casa zodiacale e della Sesta (prodotto). Cosa si produce? Una forma che possiede un valore. Venere, in relazione con il Toro e la Luna stessa in cui l’astro notturno è esaltato rappresenta il valore che la produzione ha per me, Venere in relazione con la Bilancia è il valore che ha per gli altri. Sono due tipi di Venere che hanno in comune l’armonizzare, il mettere assieme, dare valore e una forma in modi diversi.
Tra tutto questo agire, non può mancare Marte che è colui il quale fornisce la spinta all’azione, a mettere fuori il prodotto, portarlo alla luce, tramite i modi della decima casa e del suo governatore. Quello appena esposto è, ovviamente, un mio punto di vista, possono essere diversi i modi di descrivere astrologicamente l’atto creativo, il suo prodotto. L’Ariete (Marte) e i Gemelli (Mercurio) sono naturalmente in buon rapporto fra loro, l’Aria alimenta il Fuoco, la Terra/materia (Mercurio in Vergine) prende forma ed è animata dall’Aria e dal Fuoco come nella creazione di Adamo, mentre la Luna (Acqua) permette di tenere assieme le parti. I quattro elementi zodiacali, in relazione tra loro, creano l’uomo, mentre il quinto elemento, l’etere gli permette di essere “come dio”, nel suo creato. I solidi platonici ci ricordano inoltre la relazione fra i quattro elementi e il dodecaedro, simbolo in attinenza con il cerchio zodiacale, con la nostra individualità.
Ascendente, Quinta casa, Sesta casa, Decima casa, i pianeti personali, i governatori delle case coinvolte, questi i fattori zodiacali che in un modo o nell’altro possono essere i costruttori della nostra opera d’arte, che ci permettono di diventare “artisti”.
Un esempio di alcune domande a cui rispondere per comprendere quali possano essere i simboli e le parole chiave che ci aiuteranno nel nostro percorso creativo sono:
- Come Mercurio raccoglie le informazioni dall’esterno, le porta all’ascendente (come vedo il mondo) e le rielabora attraverso la Luna (emozioni)?
- Cosa desidera creare il Sole utilizzando le informazioni raccolte da Mercurio e quali sono le modalità creative della quinta casa?
- In che modo il governatore della Sesta casa progetterà quanto desiderato dal Sole?
- Come farà Venere a rendere armoniosa e ricca di valore la produzione?
- Come farà Marte a produrre quanto desiderato dal Sole e progettato dalla sesta casa?
- In che modo l’opera realizzata sarà resa pubblica dalla Decima casa?
CARLO COLLODI – UN ESEMPIO D’INTERPRETAZIONE
Carlo Collodi nasce a Firenze il 24 novembre 1826 alle 20.30, è Sagittario Ascendente Cancro. Rispondiamo alle domande relative alle sue possibilità creative.
Come Mercurio raccoglie le informazioni dall’esterno, le porta all’ascendente (come vedo il mondo) e le rielabora attraverso la Luna (emozioni)?
Mercurio è vivace e giocoso, si può perdere qualche particolare importante, ma tende a cogliere l’insieme partendo da cose concrete e a cercare sempre sfumature diverse negli accadimenti, è desideroso d’insegnare. Il mondo è quindi ricco di elementi da analizzare si può avere il timore di esporsi quindi si adotta un approccio mentale, intellettuale, non si agisce d’istinto, si cerca di comunicare e di trasmettere con semplicità quello che si è appreso e le emozioni che si sono provate.
Come desidera creare il Sole, utilizzando le informazioni raccolte da Mercurio e le modalità creative della quinta casa?
Il Sole desidera essere didascalico, educativo, ma anche portare alla riflessione profonda, all’andare oltre i confini fisici.
In che modo il governatore della Sesta casa progetterà quanto desiderato dal Sole ?
Attraverso la comunicazione e la scrittura, mettendo in discussione la forma e l’ordine precostituito, la morale e le regole che seppure rigide vanno ridisegnate in modo originale.
Come farà Venere a rendere armoniosa e piena di valore la produzione?
Strutturando una lettura rigida, ma anche morale che però lasci spazio alla fantasia di fluire e di creare un mondo di sogno, alternativo, magari inesistente ma pieno di senso.
Come farà Marte a produrre quanto desiderato dal Sole e progettato dalla sesta casa?
Attraverso la scrittura, la creatività, la comunicazione e il lavoro meticoloso cercherà di realizzare quanto desiderato, ma lo farà in modo originale e diverso dal solito coinvolgendo gli altri.
In che modo l’opera realizzata sarà resa pubblica dalla Decima casa?
In modo rapido, veloce, anche in forma parziale, l’importante è che venga pubblicata.
Ho omesso volontariamente i riferimenti astrologici puntuali nelle risposte precedenti affinché il lettore possa ricostruirli. Cito soltanto come esempio l’ultima domanda descrivendo come sia avvenuta la prima pubblicazione di Pinocchio che rappresenta, a mio avviso, la realizzazione piena, concreta del tema astrologico dell’Autore nella realtà.
Da Wikipedia a proposito della prima pubblicazione si legge: “Collodi inizialmente pubblicò l’opera a puntate, quasi per caso e senza troppa voglia, sulla prima annata del 1881 del Giornale per i bambini diretto da Ferdinando Martini, un periodico settimanale supplemento del quotidiano Il Fanfulla, nella quale furono pubblicati i primi otto episodi. Collodi definisce il suo lavoro «una bambinata» e dice al direttore del giornale: «Fanne quello che ti pare; ma, se la stampi, pagamela bene, per farmi venire voglia di seguitarla».”[7] Frammentare l’opera per averne immediato profitto: Marte governatore della Decima casa (rapidità), in trigono alla Luna in Vergine (separare, frammentare) per trarne profitto (Sole governatore della Seconda Casa in sestile a Marte e alla Luna)
COLLODI E PINOCCHIO – TEMA NATALE
Nel tema di Collodi troviamo l’Ascendente in Cancro (infanzia), Pinocchio era un bambino, la Luna è in Vergine, segno di Terra (sensazione), in terza casa (comunicazione, scrittura), forma una quadratura con Mercurio (comunicazione) in quinta casa (creatività). Mercurio governa il segno lunare e la terza casa. La quinta casa è in Scorpione, governata dal pianeta Plutone, la Luna è opposta a Plutone che è situato nella nona casa zodiacale (paura, fuga dallo studio alla ricerca di qualcosa di fantastico, aspirazione alla grandezza e unicità narcisistica), sempre l’astro notturno è quadrato a Saturno in Cancro (sentimento) nella dodicesima casa governata da Mercurio. Gli ingredienti per suscitare l’emozione attraverso la Luna ci sono tutti: sensazione e sentimento sono attivi, Mercurio e la Luna sono stimolatissimi, il Sole è in Quinta casa a conferma della grande creatività, nel segno del Sagittario. Venere, la forma, è in sesta casa in Capricorno; il burattino di legno ha un sogno: diventare un bambino vero, Venere è infatti congiunta a Nettuno, possiamo leggerci la fata turchina che è buona ma rigida con Pinocchio, infatti entrambi sono opposti a Saturno loro governatore. Giove governatore del segno solare è in terza casa e quadra Venere e Nettuno, la grandiosità, la maestosità dell’Ego di Pinocchio che afferma che lui è un bambino speciale, è evidente dal tema di Collodi. Le bugie, i sotterfugi sono chiari alla luce dei simboli evidenziati: Mercurio, Luna, Plutone.
[1] “Io concepisco l’affetto da un lato come uno stato di sentimento di natura psichica, dall’altro come stato di innervazione corporea di natura fisiologica; tali stati sommandosi agiscono l’uno sull’altro; vale a dire che, quando la componente sentimentale si accentua, si associa ad essa una componente sensoriale attraverso la quale l’affetto si accosta alla sensazione differenziandosi nettamente dallo stato di sentimento. Io considero gli affetti particolarmente pronunciati, accompagnati cioè da violente innervazioni corporee, come appartenenti al campo della funzione sensoriale e non a quello della funzione di sentimento” C.G. Jung, Tipi psicologici (1921), trad. it. in Opere, Boringhieri, Torino, vol. 6, p. 415
[2] L’ordinaria fenomenologia delle emozioni e una rilettura junghiana dei complessi a tonalità affettiva, Quaderni di cultura junghiana, Pier Francesco Pieri, Anno 3, nr. 2014
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Plutchik
[4] Ibidem
[5] Ibidem
[6] Dare un nome alle emozioni, http://www.astrologiainlinea.it/Astro_Magazine/Articoli/astromagazine_dett_articolo.asp?ID=909
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Le_avventure_di_Pinocchio._Storia_di_un_burattino
[…] Nella seconda parte dell’incontro approfondiremo il tuo modo di vivere le emozioni e comunicarle, scoprendo il potenziale artista che è in te. Esprimere le emozioni è fondamentale affinché si viva in totale equilibrio con se stessi. In questo articolo racconto della tecnica utilizzata: Sentire le emozioni e comunicarle […]
[…] quest’articolo Sentire le emozioni analizzavo l’immaginazione dal punto di vista astrologico, mentre in Memoria e immaginazione mi […]
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