In questa pubblicità ci sono tutti archetipi importanti, ecco il perché del successo e anche delle polemiche che naturalmente nascono, perché toccano corde personali che provengono dall’inconscio collettivo.

LA MADRE

C’è la mamma, l’archetipo dell’accoglienza, della famiglia, del padre. Ma la madre però nello spot perde di vista la figlia. Questa è una tipologia di madre: Demetra, ribadisco, ci sono almeno 12, se non di più tipologie di madri, ognuna in relazione a ciascun Segno zodiacale e pianeta, non solo la Luna. Demetra nel racconto del rapimento di Kore (la figlia) non si rende conto che è rapita da Ade, se ne accorge molto dopo. Un altro parallelo è che il cibo è in relazione con Ade, perché il dio degli inferi convincerà la fanciulla a “mangiare”, quindi cibo, di Demetra, il melograno. Ade è colui il quale si prende cura delle anime dei morti, le anime dei morti negli inferi possiedono solo i ricordi, questo è quello che possiede la bambina, il ricordo della famiglia felice. Quando guarda fuori dal finestrino dell’auto nota e s’intristisce una famiglia felice: mamma, papà, figlia, come era lei prima. Il fotogramma della mamma che cerca la figlia è nel settore dell’Esselunga dedicato alla pasta, ancora una volta Demetra, divinità del grano e di conseguenza dei suoi derivati. I miti, secondo Jung, mantengono una loro genealogia e come per il DNA portano con sé sempre in altre maniera i “geni” precedenti nei loro “figli” e progenie.

Ora veniamo alle pesca.

LA PESCA

La pesca (Prunus persica) è un frutto originario della Cina, dove è stata coltivata per la prima volta più di 3.000 anni fa. Le pesche sono state poi introdotte nel mondo esterno attraverso la Via della Seta, una rete di rotte commerciali che collegava l’Est e l’Ovest e coltivate in Persia (l’attuale Iran) per molti secoli, e da lì il frutto ha ottenuto il suo nome. Gli antichi Romani chiamavano le pesche “mala persica” che significa “mele persiane”. La cultura cinese ha sempre tenuto in grande considerazione le pesche, associandole a simboli di immortalità e longevità. La pesca viene chiamata in occidente “mala persica”

LA MELA

Le mele, nella mitologia greca, ma anche nelle fiabe, si trovano spesso: le mele del giardino dell’Esperidi, il giardino era un regalo di nozze ricevuto da Zeus e Era quando si sposarono. Lì c’era il famoso serpente Ladone a proteggere il giardino, ritroviamo il racconto cristiano di Adamo ed Eva. Ercole nelle sue fatiche dovette raccogliere una delle mele. La mela della discordia che Paride diede ad Afrodite, da cui nacque la guerra di troia. La mela, in assonanza con malum, riscuote grande interesse. Tutti i frutti assimilabili alle mele dall’uomo portano con sé i significati simbolici che gli associamo.

Dunque seguendo questo fil rouge la pesca conduce al matrimonio, alla famiglia – Era e Zeus – ma anche alla rottura, alla guerra, al peccato legato alla conoscenza del bene e del male.

La narrazione del video si conclude con una possibilità di comunicazione – la telefonata – Hermes – Mercurio, lo psicopompo che portava le anime dei morti, quindi i ricordi, anche quelli della felicità familiare nell’Ade.

Tutto il clamore nasce, a mio avviso, dal fatto che sia un racconto archetipico, come appena dimostrato in cui ci sono valori come famiglia, madre, padre, figlio/a, nutrimento che toccano le nostre corde. Star Wars, J. Campbell, C. G. Jung insegnano!