Rileggevo le conclusioni che ho scritto per il libro di Grazia Bordoni: Orientamento astrologico e professionale, Chiara Celeste Edizioni e rifletto su come ancora si creda che la statistica possa dare una visione certa dei fenomeni, secondo alcuni, anziché probabile, ma la probabilità non è applicabile all’Astrologia.

Per quanto si possano cercare delle certezze interpretative, a mio
avviso in astrologia non ve ne sono, anche se, come abbiamo visto, i
dati, in molti casi, confermano le ipotesi astrologiche. Affermo questo
perché la statistica è priva del background e del vissuto reale di ciascun
soggetto esaminato, è “disumanizzata”. La genetica, anch’essa,
ha confermato come l’ambiente e il vissuto reale di un soggetto possano
modificare i geni stessi, analogamente, se non ancora meglio, accade
per il simbolo astrologico che è di per sé sfuggente. Per dirla con
Aristotele, il Tema astrologico racchiude, in potenza, tutte le possibilità
espressive di un individuo, ma per diventare “atto” le stesse si devono
confrontare con la realtà, entrare in rapporto dialettico (si legga la dialettica
hegeliana http://it.wikipedia.org/wiki/Dialettica#Hegel) con
il mondo. Proprio questa interazione è il fondamento della realtà e del
libero arbitrio, non solo in astrologia, ma nel vissuto di ogni individuo.
Quindi la funzione di orientamento, consiglio (counseling astrologico)
è ancor più vera per l’astrologia (a dire il vero dipende dagli
astrologi “sani di mente”) proprio perché tiene conto prima di tutto
e soprattutto del vissuto dei singoli individui e non viene utilizzata
come una lex divina indipendente.”