Con la fine della scuola sia essa elementare, media o superiore ci restano dei segni, siamo segnati, si spera almeno che ciò sia accaduto.

In-segnare, segnare dentro, lasciare una traccia indelebile e positiva che possa permettere all’alunno di ampliarla, irrorarla, come se fosse un solco in cui l’insegnante ha seminato, ma stagione dopo stagione possa farlo anche l’alunno.

L’insegnamento può essere messo in relazione con il segno del Sagittario (Zeus – Giove) e con il centauro Chirone che era rimasto ferito per errore da una freccia di Ercole intinta nel veleno dell’Idra (Scorpione). Chirone avrebbe sofferto all’infinito per il dolore lancinante, ma avrebbe continuato ad insegnare.

L’insegnante possiamo pensare è colui il quale ha un dono da portare agli studenti, il proprio “segno”, “ferita”, “dolore”, mostrarsi forte e sacrificarsi anche per loro, cosa che nel mito accade quando il centauro per liberare se stesso dal dolore e il Titano prometeo incatenato chiede questo scambio a Zeus: la sua vita per quella di Prometeo. Zeus accetta, Ercole uccide l’Aquila che rodeva di giorno il fegato di Prometeo, fegato che poi ricresceva di notte e Chirone è finalmente libero.

Il compito dell’insegnante è liberare lo spirito prometeico degli alunni attraverso la presa di coscienza solare delle proprie potenzialità (Ercole) e dei propri limiti (Zeus).

Prometeo era la divinità che più aveva amato l’uomo, proprio per gli atti a suo favore, era stato condannato e incatenato. L’insegnante deve liberare dalle catene e insegnare anche in futuro a farlo da soli.

Ma gli studenti sono pronti a cogliere queste opportunità?

Ci sono insegnanti che la vedono in questo modo?

Certamente sì.