Jung racconta in questa intervista la percezione che lui aveva di sua madre affermando che avesse come una doppia personalità: una gioviale, affabile, socievole, disponibile e un’altra, nascosta, più autoritaria e potente, che gli avrebbero toccato in modo profondo l’idea di Anima e le ambizioni nella ricerca.
Nel brando del 7 giugno del 1957, Jung racconta ad Aniela Jaffè di quando un giorno la mamma di Jung andò a trovarlo in clinica al Burghölzli dove era medico mentre conduceva gli studi sull’associazione mentale, ma non sapeva bene a cosa l’avrebbero portato. Vi erano dei fogli con le analisi e grafici attaccati nel suo ufficio e la madre di Jung gli chiese cosa fossero: “cos’è questa roba?”, Jung rispose che erano dati di ricerca, e la madre proseguì affermando con la voce della personalità 2, quella autoritaria, potente: “Già, credi che questo significhi qualcosa?”. Jung ricorda che questo modo di parlare di sua madre non accadeva spesso, ma quando emergeva è come se lei utilizzasse, inconsapevolmente, l’intuizione per comunicare qualcosa d’importante e molto spesso coglieva un sentimento inconscio o inconfessato del figlio, era come se fosse oracolare in altri momenti. Jung allora colse che quella frase esprimesse i suoi dubbi sull’esperimento, gli esiti, gli scopi, le paure stesse della non riuscita, ma mentre rifletteva su questo sentire appena sorto sua mamma disse: “Io non ne capisco nulla”. Qui l’ambivalenza era chiara, una frase lo aveva messo in discussione insieme al suo lavoro, ma nello stesso tempo chi l’aveva pronunciata è come se avesse lanciato una moneta dell’iChing, avesse attivato la sincronicità, ammettendo in modo semplice, che ha detto delle cose, senza pensare, senza una causa, in modo casuale.
Trovate l’intervista completa in “In dialogo con Carl Gustav Jung” di Aniela Jaffè – Bollati Boringhieri, ma tutto questo per ribadire, quanto Jung dirà anche più avanti in Ricordi Sogni Riflessioni, quanto sua mamma avesse avuto un peso importante nella sua vita, quanto fosse ai suoi occhi duplice: buona, solare, disponibile, ma poi anche con un volto da Persefone/Ade che la faceva apparire oracolare, autoritaria, intuitiva, cogliere situazioni nascoste.
Ebbene nel Tema Natale di Carl Gustav Jung troviamo la Luna nel Segno del Toro che rappresenta precisamente la Personalità 1 di sua mamma, la parte solare che è congiunta a Plutone, Ade – Persefone, la Personalità 2, che ho descritto. Plutone governa la X Casa (una delle case in relazione con i genitori, che non è sempre la casa della madre, dipende da come il soggetto racconta del suo rapporto con loro) che possiamo associare proprio a questa immagine di sua mamma e che nello stesso tempo è rappresentativa dell’archetipo della Persona di Jung, ovvero del ruolo sociale – questa è una delle spiegazioni di questo archetipo, ma non l’unica – infatti era un medico, uno psicoanalista che scavava nelle profondità, grazie proprio anche a questa simbologia lunare persistente, simbologia femminile, sappiamo tutti come per Jung il femminile, simbolico e reale sia stato massimamente importante.
Il giorno dell’intervista, Mercurio – Ermes di transito era congiunto nel Segno del Toro alla Luna e Plutone, ha “parlato” proprio di loro, della madre, della coppia Ade-Persefone. Mentre scrivo, oggi, a distanza di 66 anni, 16 06 2023, Urano è congiunto alla Luna e Plutone del tema di Jung. Probabilmente anche questo per me, che scrivo, potrebbe avere un senso.