Testualmente il Dott. Gaetano Di Chiara afferma che a fronte di ricerche condotte di neurobiologia del cervello: “Le osservazioni neurobiologiche accumulate negli ultimi 20 anni forniscono un quadro che smentisce la tesi psicoanalitica del sogno come espressione dell’inconscio” (Archetipi, pag. 149, Magi edizioni)

A mio avviso non poteva, scientificamente, essere altrimenti. Se l’inconscio personale è in relazione con l’inconscio collettivo che ospita gli archetipi, l’inconscio personale deve mantenersi al di fuori della coscienza e anche del sogno stesso, in cui essa si manifesta. Widmann a proposito della ricerca citata fa notare che, probabilmente, la dimensione archetipica è uno stato di coscienza “altro”, rispetto alla coscienza dell’Io e che sia stato troppo frettolosamente definito inconscio.

Se un inconscio esiste resterà sempre tale e le sue manifestazioni passeranno necessariamente attraverso la simbolizzazione, le rappresentazioni e la coscienza raggrupperà queste manifestazioni fornendogli un senso. In questo modo torniamo alla sincronicità come manifestarsi di fenomeni che abbiamo bisogno di unire e raggruppare per farli rientrare nell’unità della Psiche.

Il fatto che la neurobiologia affermi che l’inconscio non esiste è analogo alle critiche ricevute dall’astrologia in cui si afferma che i pianeti non possano avere un’influenza sulle vite umane, il che è vero, nella logica della fisica newtoniana, ma non per la “coscienza sincronistica” che vive di simbolizzazioni.

Raccontare un sogno, discuterlo con l’analista, così come l’oroscopo apre canali di comunicazione alternativi che attivano il cervello, biologicamente e ne cambiano la chimica attraverso i complessi attivati dalle emozioni. Cosa analoga, a mio avviso, a quanto accade per l’EMDR.