Kerényi, nel lavoro su “Dioniso”, mostra la differenza della parola “vita” in greco che può essere identificata da Zoé e Bìos, ma con significati totalmente diversi. Mentre Zoé indica la vita in senso assoluto, come elan vital di Bergson, vita che esiste a prescindere come essere che si oppone solo alla morte, ma non la contempla, Bìos, invece, è qualcosa che entra nella vita, si approvvigiona in qualche modo dalla Zoé, vede la morte come compimento terreno. Ci possono essere tanti “bìos”, tante vite, tante biografie, ciascuna con una morte particolare. Partendo da queste considerazioni e pensando alla parola zodiaco che contiene il significato di animale che a propria volta è legato a Zoé, come vita, definita in precedenza, possiamo ipotizzare lo zodiaco come 12 archetipi di “Biografie” divine che per definizione non muoiono, gli dei sono immortali, in cui ciascuna biografia umana può inserirsi in modo unico e mettersi in relazione con le 12 “biografie” divine, prenderne delle parti e viverle attraverso il proprio oroscopo/tema natale. Omero scrive Psyché nell’Iliade ma parla di Zoé. Lo zodiaco, dunque, è un portatore di vita, è una dell’espressioni dell’immortalità dell’anima.