Diamo seguito alla scambio epistolare iniziato con il Dott. Venicio Perilli, la prima lettera si può leggere qui: Fabula astrologica sul corona-virus. In basso trovate la mia risposta e subito dopo quella di chiusura del Dott. Perilli.

Risposta di Paolo Quagliarella

Caro Venicio, proprio dal titolo della tua riflessione: Fabula mi viene in mente un libro di C. Widmann in cui l’Autore scrive che “La Psiche si narra per storie e le strutture archetipiche della psiche si narrano per storie archetipiche. […] Tra le più antiche, maestose storie archetipiche figurano i mitiC. Widmann, Pinocchio siamo noi

 

Non potrebbe essere altrimenti infatti possiamo trovare, ritrovare, imbastire e “amplificare” – come dite voi psicoterapeuti – storie mitiche guardando al coronavirus dal punto di vista astrologico. Attraverso i miti possiamo cercare di capire dove siamo diretti, dove la storia sia diretta, nel mito si trovano l’inizio e la fine di ogni nostra avventura ricordava Jung, poiché noi ripetiamo il mito adattandolo al nostro vissuto in modo inconsapevole. Ebbene l’Astrologia, come sai meglio di me, è incentrata sul mito, sul racconto. L’uomo ha proiettato nel cielo la sua vita, la sua storia, ci ha visto degli animali, a volte cattivi, a volte salvifici come nello zodiaco, appunto, tradotto letteralmente, percorso degli animali. Ma la radice della parola animale è Anima che ci riporta prima a Jung e poi ad Hillman, ma ancor prima ai filosofi greci. Anemos, il vento, lo spirito divino che viene donato all’uomo da Prometeo e poi anche dal Dio ebraico. Nel caso di Prometeo, a dire il vero, si parla di Psyche, come anima, soffio, farfalla, ma la somiglianza non è casuale, secondo me, negli astri, nel loro racconto possiamo trovare la nostra anima, viviamo immersi nell’anima mundi.

Attraverso l’astrologia, i racconti dei miti di Ares, Afrodite, Apollo, Zeus, Pan e così via possiamo provare a creare un sistema di riferimento, un linguaggio alternativo a quello abituale che ci congiunga maggiormente con la nostra anima e provi a spiegarci con il suo linguaggio quello che è accaduto.

Io credo che lo psicoterapeuta, come spero convenga anche tu, caro Venicio, debba sperimentare diverse forme di comunicazione con il paziente e fra queste potrebbe esserci anche l’astrologia. Lo stesso Jung a proposito dell’utilizzo di diverse “arti” nella terapia ricordava:

Poiché è caratteristica della psiche non soltanto di essere matrice e fonte di ogni attività umana, ma anche di esprimersi in tutte le forme e le attività dello spirito, pure a noi risulta impossibile cogliere e comprendere l’essenza della psiche in  e per sé, ma ci è consentito di coglierla solo nella molteplicità delle sue manifestazioni. Per questo motivo lo psicologo si vede costretto a prendere familiarità con diversi campi della ricerca e ad abbandonare a tale scopo la cittadella ben fortificata dello specialista, certo non per presunzione o sfacciataggine, ma per amore di conoscenza, alla ricerca della verità. Non riuscirà a catturare la psiche né nel chiuso del laboratorio né nello studio del medico, ma dovrà seguirne le tracce in tutti quei campi che pure possono anche risultargli estranei ove essa si manifesta.C. G. Jung, Psicologia e Poesia

Nella tua lettera scrivevi di provare a scovare la dinamica astrologica dietro la Sars e il COVID 19, come ci eravamo detti in una nostra telefonata, ci avrei guardato e in effetti qualcosa di comune c’è ed è la relazione fra Saturno e Plutone, Crono e Ade.

La Sars si è manifestata nel 2002 in cui vi era stata una nuova opposizione di Saturno dal Segno dei Gemelli, che è in relazione con la respirazione, i polmoni a Plutone nel Segno del Sagittario che come sappiamo è rappresentato da un centauro, metà uomo, metà cavallo che ama vivere in libertà, all’aria aperta, senza regole. La SARS è stata provocata da un virus appartenente alla famiglia dei coronavirus come l’attuale COVID-19.

Nel gennaio del 2020 abbiamo avuto la congiunzione di Saturno e Plutone nel Segno del Capricorno e il virus era apparso poco prima, in dicembre. Saturno e Plutone, prima in opposizione e poi in congiunzione, sembrano l’ago della bilancia.

Giustamente ricordavi che Apollo ha mandato un pipistrello purificatore, si ritiene, notizia dell’ ISS (https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/covid-19-molto-probabile-un-ruolo-per-i-pipistrelli-ma-si-cerca-ancora-l-ospite-intermedio) che il pipistrello possa essere stato un primo veicolo del COVID-19.

Tornando alla mitologia greca che ci è cara le Erinni avevano la testa di pipistrello, erano le divinità vendicatrici dei crimini familiari. Il pipistrello era visto come un animale magico poiché, pur essendo cieco, poteva volare nella notte era associato ai poteri di precognizione, così come Tiresia, il cieco veggente negli inferi. La notte, l’oscurità sono attiributi di Plutone/Ade (Inferi) e sono assimilalbili anche a Saturno/Cronoin qualche modo il pipistrello vorrebbe farci capire che dobbiamo sviluppare un adattamento alla vita, al mondo e guardare anche a ciò  che è nascosto e non vediamo: il virus non si vede ed è stato, forse, veicolato dal pipistrello.

Un altro mito che vede come protagonista il pipistrello è quello delle Miniadi figlie del Re Minya che in un racconto si dice non avessero voluto partecipare ai festeggiamenti in onore di Dioniso. Il dio per vendetta fece immaginare la loro casa in fiamme e ascoltare ruggiti di animali non esistenti. Prese dal panico e dalla paura uccisero il figlio di una delle sorelle e poi presero parte al rito dionisiaco. In un’altra narrazione di Ovidio, invece, vengono trasformate in pipistrelli da Dioniso.

Dover restare a casa è quello che il virus ci costringe a fare a non festeggiare più ad allontanarci da Dioniso.

Pan appena nato, divinità in relazione con il Segno del Capricorno dove c’è stata la congiunzione di Saturno con Plutone, si narra che fece divertire Dioniso poiché era stato ricoperto da suo padre Ermes da una pelle di lepre: troviamo un altro punto di contatto fra le due divinità. Se ciò non bastasse Dioniso durante la titanomachia fuggi verso l’Egitto insieme ad altri dei e si trasformò in una capraNotiamo come ritorni ancora una volta il Segno del Capricorno.

A proposito del nome Kore e l’assonanza con Corona assieme alla sua derivazione dal sumero kur (terra) e dall’accadico che significa terra coltivata riconducibile a sua madre Cerere/Demetra rimando ad un altro articolo, il virus di Kore, il coronavirus? https://www.astrologiajunghiana.it/riflessioni/il-virus-di-core-il-coronavirus/ L’elemento comune nel racconto è che ci sono gli uomini che soffrono perché Cerere/Demetra si dimentica di coltivare i campi, la natura che soffre, Pan che soffre, siamo richiamati a prenderci cura del luogo in cui abitiamo, la natura, ma anche del nostro corpo che soffre. Sono tornati i delfini in posti inquinatissimi dell’Italia, così come molti altri animali nelle cità di montagna da quando c’è stato i lockdown, questo dovrebbe farci riflettere. Il pezzo che ho citato prima su Kore è stato apprezzato da molti analisti ma anche bersaglio di critiche a proposito dell’etimologia di Semerano che ho citato, non è passato il fatto che il racconto è un’amplificazione, che non necessariamente poi debba corrispondere direttamente al mito, ma ne mantiene la forma archetipica, l’uomo che vive la realtà poi ci mette il suo vissuto. Ti andrebbe, caro Venicio, da psicoterapeuta quale sei, nonché Direttore della scuola di specializzzione in psicoterapia Atanor, già docente di Psicologia dinamica all’Università dell’Aquila per diversi anni, di chiarire meglio la parte relativa all’amplificazione in Jung e in Hillman nel prossimo nostro scambio?

Oltre ai miti citati non posso fare a meno di ricordare Apollo il saettatore, colui il quale portava le pestilenze attraverso le sue frecce. La Hybris di cui parli è come l’offesa che fu fatta ad Apollo e Poseidone quando servirono, puniti da Zeus che avrebbero voluto detronizzare, il re Laomedente il quale non mantenne la sua parola rispetto a quanto avrebbe dovuto riconoscere alle due divinità per il loro servigio. Apollo allora scatenò con le sue frecce la peste sulla città di Troia. L’offesa alle divinità si paga e noi questo abbiamo fatto, abbiamo offeso Pan, ma anche dimenticato noi stessi, ovvero una delle nostra identità astrologiche quella solare, abbiamo messo al primo posto la Persona e la Technè dimenticandoci di Anima.

Anima sembra averci punito con la reclusione, molte persone hanno sofferto per la reclusione, il restare con sè stessi non più rapiti dal rumore del mondo di Apollo e di Ermes, i due fratelli litigiosi, sembra procurare timore così come quando un bambino prima di addormentarsi ha paura del buio, di lasciarsi andare. Hillman coglie nel segno quando ricorda come il rito sia fondamentale pe ritirarci in noi stessi nel regno di Plutone, di Ade in contrapposizione alla veglia, al Sole.

La nostra coscienza moderna è più eroica che mistica, e per convocare Hypnos o Ermes, che ci aiutino a addormentarci, abbiamo bisogno di in­ cantesimi, di rituali: le preghiere, lavarsi i denti, l’orsacchiotto, masturbazione, pancia piena e televi­sione, l’ultimo bicchierino e la pillola per dormire. La favola della buona notte, nella nostra cultura, dice in sostanza che dormire è sognare e sognare è entrare nella Casa del Signore dei Morti, dove giac­ciono in attesa i nostri complessi. No, noi non ce ne andiamo «docili in quella buona notte»” J. Hillman, il sogno e il mondo infero.

 

Il sogno da svegli, l’anima è quello che l’uomo, forse, ha difficoltà a raggiungere, per me astrologo la parola Anima mi riporta alla Luna, a Venere e Mercurio, rileggendo le opere di Jung e di Hillman. Non riuscire a vivere la ritualità della casa, per gli adulti, può essere rappresentativo della difficoltà di connettersi con l’Anima. Il neonato, il bambino che ancora non cammina astrologicamente parlando può essere messo in relazione con la Luna, infatti, sono quelli che soffrono meno, mentre quelli che già camminano, che hanno le prime relazione, parole che ci fanno pensare ad Ermes/Mercurio sono quelli che tendono a vivere in modo più difficoltoso, come è normale che accada, la reclusione. Si può notare come l’astrologia risuoni anche in questo tentativo di lettura. Cosa ne pensi caro Venicio?

La volta scorsa scrivevi delle febbri romane di Febbraio, mi piacerebbe avere un tuo pensiero anche su questo.

 

RISPOSTA DI CHIUSURA DEL DOTT. VENICIO PERILLI SU FABULA ASTROLOGICA

solo chi già sa può intendere
massima alchemica

Non dire a chi non può capire
Massima terapeutica

Il Saggio con la sua sapienza non deve turbare
la mente di coloro che non sanno
massima esoterica

Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi
Massima evangelica

La discussione mediante il silenzio
è la suprema discussione

Paolo, mi chiedi di spiegare l’Amplificazione. A parte che, detto con linguaggio mitico, appartiene al Misteryum (iniziazione), che ovviamente in linguaggio illuministico moderno in cui, di misteryum, non c’è più nulla, però resta il suo significato: iniziazione, corrisponde a formazione, per cui per saperne di più è necessario iscriversi ai nuovi templi – corsi di formazione -, che si chiamano Istituzioni di scuole di specializzazione, ovviamente istituite dallo Stato, dal MIUR; nel caso specifico Scuole di specializzazioni junghiane, e come hai precisato, quella in cui io sono il direttore (oltre che il fondatore) è la Scuola Atanor, riconosciuta dal MIUR, tanti anni fa, tuttora attiva, che forma (tra molto altro) al metodo dell’amplificazione secondo la psicologia archetipica di Carl Gustav Jung, ed in particolare di James Hillman, l’ultimo grande archetipico scomparso da una decina d’anni, forse meno. Comunque è sempre roba  da Misteryum, non da chiunque, ma da iniziati, che significa, come nei misteri, partecipazione attiva, pratica terapeutica, con tutte le sue procedure e raffinatezze di applicazione, non intuitive, ma filologiche. Il Misteryum  di cui ci stiamo occupando, riguarda l’analisi dell’inconscio tramite i sogni. L’amplificazione si applica per Jung ai sogni, poi con Hillman ai racconti (alle storie che curano). E tu capisci che, in questo contesto, non è il caso di potercene occupare. Comunque trascriverò tre brevi amplificazioni sul Capricorno sempre in chiave mitica: la dea Angerona festeggiata il 21 dicembre, il purgamentum del mese februarius, da februare e la porta degli uomini e la porta degli dei in relazione ai due punti di arresto del cammino solare (pare che questo sia il significato etimologico della parola solstizio).

In un saggio, pubblicato dalla Cortina con il titolo Gli animali nel sogno, ripubblicato da Adelphi con il titolo Presenze animali, Hillman dedica un paragrafo, illuminante, all’amplificazione  con tanto di possibili critiche al metodo e risposte ad esso. Illuminante perché toglie ai lettori, che poco sanno, ma molto criticano, la possibilità di fare i primi della classe. Egli scrive:

         

Per definizione, amplificare significa allargare, aggiungere particolari, arricchire. … stabilendo il contesto simbolico attraverso la ricerca storica, filologica (grassetto mio) e iconologica …

L’amplificazione consiste nel seguire un significato di una parola, che riguardi  un animale, un organo, un oggetto …  eccetera, da quando è emersa nella storia della cultura umana ad oggi. Insomma tutto quello che è insito in un contesto di ogni tipo nella storia filogenetica. Per gli iniziati nel sito della scuola Atanor è trattato e praticato nella applicazione con metodo estremamente filologico. È un metodo noto a tutti gli studenti dell’Atanor. Il significato è semplice. L’applicazione è complessa.

Voglio trascriverti un brano di Nietzsche sulla filologia, che ti aprirà a tante riflessioni e riservatezze di comunicazione (Non dire a chi non può capire).

Fa anche parte non raggiungere nulla se non e del mio gusto non scrivere più nulla che non porti alla disperazione ogni genere di gente “frettolosa”. Filologia, infatti, è quella onorevole arte che esige dal suo cultore essenzialmente una cosa, trarsi da parte, lasciarsi tempo, diventare silenzioso, lento, essendo questa un’arte e una perizia di orafi della parola, che devono compiere un finissimo attento lavoro e non raggiungere nulla se non lo raggiunge lento. Ma proprio per questo fatto è oggi più necessario che mai. È proprio per questo mezzo che essa ci attira e ci incanta quanto mai fortemente, nel cuore di un’epoca del “lavoro”, intendo dire della fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol dire “sbrigare” immediatamente ogni cosa, anche ogni libro antico e nuovo: per una tale arte non è tanto facile sbrigare una qualsiasi cosa, essa insegna a leggere bene, cioè a leggere lentamente, in profondità

Forse la tua amplificazione per assonanza a corona è stata un po’ frettolosa; va approfondita.

Sulle osservazioni all’analisi etimologica di Semerano sulla parola Kore, ci basti citare due autori a tutti noti:  Umberto Galimberti e Massimo Cacciari.

Alle straordinarie ricerche di questo solitario (Giovanni Semerano) devo moltissime indicazioni e suggestioni per tutta la dimensione etimologica di questo libro (Cacciari, L’arcipelago)

Conosco G. Semerano  che nel 2005 si è spento a Firenze all’età di 92 anni dopo aver ricoperto l’incarico di direttore della biblioteca laurenziana di Firenze e poi dell Biblioteca Nazionale, e dopo aver speso 30 anni di studi per dimostrare che le lingue europee non originano dall’India ma da quella accadica parlata nel terzo millennio a.C. in Anatolia, Siria e Mesopotamia dai mercanti e dai sacerdoti e sovrani nei loro rapporti con i faraoni egiziani. Partendo da questa ipotesi, molte parole greche, latine, inglesi, francesi, spagnole, tedesche, che hanno sempre messo a dura prova il riferimento indoeuropeo, hanno trovato la loro spiegazione. Il suo capolavoro, che ha per titolo Le origini della cultura europea … ha ottenuto grande attenzione nei paesi anglosassoni e, come sesso accade, pochi estimatori in Italia a eccezione di Giovanni Spadolini, Emanuele Severino, Massimo Cacciari, Neppi Modona e pochi altri (Galimberti, D la Repubblica)

1) I romani festeggiavano (la festa arcaica è il terreno da cui sviluppano tutte le forme di rimedio evocate dall’uomo contro il dolore e l’angoscia Severino, Fiera, festa, theorìa, in Nascere, p.19)  il 21 dicembre, il giorno stesso del solstizio, la dea Angerona, la cui statua, in Ara Volupiae, era rappresentata con un dito sulle labbra nel gesto di imporre silenzio  così come anche in India ed tra i popoli scandinavi  esistevano riti del silenzio (accenno brevemente) finalizzati a concentrare il pensiero, la volontà, la parola interiore, e ottenere mediante questa concentrazione un’efficacia magica che non possiede la parola pronunciata – La discussione mediante il silenzio è la suprema discussione – (Dumezil, La religione romana arcaica).

I riti erano dedicati a salvare il sole (significato psicologico, come nei riti Eleusini: salvare, purificare la luce nel buio, discendere in Ade – volgarmente: schiarirsi le idee – ma molto molto volgare: per il volgo) per esempio dal lupo Fenrir nei popoli scandinavi,  far sì che gli adepti si purificassero senza troppo ciarlare e patologizzare. Servirà a noi moderni abitatori della terra?! Vittime del principio del piacere ad ogni costo ed abituati solo a stare in luoghi affollatissimi  (panem et circenses).

2) Purgamentum riti romani del 15 febbraio. Februaris da februum (pelle di capro) da februare = purificare; si veniva purificati nei Lupercalia, frustati (psicologicamente:  frustrati) dai  lupacchiotti.

il giorno in cui nasce (sempre morte e rinascita) la vita estiva della natura che, grazie a una crescita meravigliosamente rapida, il giorno della nascita di Marte, il primo marzo si manifesta (ibidem p. 196).

Allora la crescita durava due settimane, per noi oggi due mesi – sembra! – se non due semestri, prima del vaccino. Abbiamo troppo da espiare.

3) Guénon nell’ambito dei diversi stati o gradi dell’Esistenza universale sostiene che le porte solstiziali

punti di arresto del cammino solare – sono tradizionalmente designate come porta degli uomini e porta degli dei. La porta degli uomini corrisponde al solstizio d’estate, segno zodiacale del Cancro, è l’ingresso  nella manifestazione individuale; la porta degli dei corrisponde al solstizio d’inverno e al segno zodiacale del Capricorno, è l’uscita da questa manifestazione e il passaggio agli stati  superiori poiché gli “dei” (i dêva della tradizione indù) come gli angeli secondo un’altra terminologia, rappresentano propriamente, dal punto di vista metafisico, gli stati sopra-individuali dell’essere (Guénon, Simboli della scienza sacra, p. 123).

Sempre in questo contesto cosmico Guénon fa riferimento astrologicamento a Giano, (sul quale non mi soffermo, anche se ai nostri fini sarebbe bene approfondire) il dio degli inizi, festeggiato il nove di gennaio, rappresentato con la corona in testa sulle due immagini ermafrodite del Giano bifronte. Guénon scrive:

Nel “Signore dei tempi” … vi si scorgono … lo scettro e la chiave nelle mani: come la corona … che può tuttavia esser vista anche come simbolo di potenza e di elevazione nel senso più generale, nell’ordine spirituale come nell’ordine temporale, e che qui ci sembra aver piuttosto questa accezione (ibidem).

Seguono interessanti corrispondenze astrologiche tra Giano e i segni astrologici del Cancro e del Capricorno, con il significato simbolico delle chiavi e dello scettro; consultale! Qui comunque si entra nel misticismo cosmico, nel quale si ha difficoltà, in epoca di monismo scientista, ad entrare. Forse devi tenerla per te quest risposta ai tuoi quesiti. Quanto si può dire a chi … .

Comunque ti voglio salutare con un passo tragicomico di Nietzsche

“È già molto tempo che gli antichi dèi finirono. Essi non trovarono la morte nel crepuscolo. Questa è la menzogna che si dice. Piuttosto essi risero una volta da morire, fino a uccidere se stessi. Questo accadde quando la più empia delle frasi fu pronunciata da un dio stesso, questa: ‘Vi è un solo dio! Non avrai altro dio accanto a me’. Chi ha orecchie intenda” (nietzsche, Così parlò Zaratustra).

 

Un abbraccio pù caldo del solito (in tempi di non contatti).