Tutte le citazioni sono prese dal libro Puer Aeternus di James Hillman.
Il tradimento da parte del padre è un elemento fondamentale per la crescita come ricorda Hillman, è un vissuto anche di Ermes, come vedremo, l’essere tradito dal genitore, così come quello di Adamo che non si ritrova più nel giardino dell’Eden a causa di Eva, ma aggiungo di più, proprio l’arrivo di Eva inizia a frammentare l’unicità del rapporto fra Padre (Dio, Logos) e Adamo, che è un’emanazione del Logos, mentre lui ritiene di essere un tutt’uno indissolubile come in un entaglement quantistico. Tornare nell’Eden e rapportarsi nuovamente con Dio è un passaggio, un attraversare la soglia che ci conduce al temenos:
“Tale situazione è stata denominata ora témenos, recinto sacro, ora vaso analitico, ora simbiosi madre-figlio. Comunque la si voglia chiamare, essa è il luogo dove si ritrova la sicurezza dell’Eden. Ma nel nostro caso (o almeno, io voglio parlare di questo tipo di témenos) è una sicurezza maschile, data dal logos attraverso la promessa, il patto, la parola. Non è una fiducia originale fatta di seni, latte e calore pelle pelle; è simile a quella, ma anche diversa; e secondo me vale la pena, per una volta, partire dal punto di vista che non è sempre obbligatorio andare dalla mamma per trovare i nostri modelli delle strutture fondamentali della vita umana.”
Il recinto, la forma circolare che contiene il tutto è il cerchio zodiacale, il mandala, in cui tutto esiste sotto forma di simboli, d’immagini e poi di rappresentazione archetipiche, vissuti, individuali. Per ritornare nel giardino è importante la parola, la narrazione, l’incontro con Ermes, il terapeuta che porta con sé le chiavi, ma non ne è proprietario, ma soltanto custode e come tale può mostrare fiori, piante, animali sarà poi il soggetto a fare domande sulla loro storia, a sentirne i profumi a coglierne i versi. Eva può essere una rappresentazione dell’Anima che si confronta con l’Animus e fa sentire l’uomo sottopressione, lo fa sentire ambivalente e lontano da lui. L’Animus è logos, è dio per Adamo, Ermes è la divinità che sta agli incroci, alle scelte, alla soglia, dove c’è un passaggio, la dualità, la scelta in una biforcazione di strade, ci mette di fronte all’ambivalenza. Noi vorremmo che Dio, il padre scegliesse per noi e ci rassicurasse, noi vorremmo essere il padre che ha le risposte e sa già cosa scegliere, sa tutto, ma ciò ci conduce all’immobilità. Se conosciamo già tutto prima, non abbiamo più libertà, non c’è scelta, non c’è necessità, resta solo Ananke; l’unica strada per sentirsi liberi è accettare l’ambivalenza, la libertà è l’ambivalenza. L’uscita dal giardino causato da Eva mette di fronte Adamo all’accettazione del suo stato di scissione, maschile (Sole – Adamo – Animus), femminile (Luna – Eva – Anima), l’unione tra i due è permessa solo nel giardino, la coniunctio però, lì non avviene mai, è sempre un tendere uno verso l’altro, senza mai toccarsi e fondersi, ci si avvicina in modo infinitesimale, ma sappiamo dentro di noi che un tempo eravamo uniti, sempre questa mancanze, questa fusione è quella che cerchiamo, quel momento nel quale non c’era bisogno neppure del padre, di Dio, del logos, ma noi eravamo Dio.
Tradire significa portare un messaggio, questo ha fatto Dio con Adamo, ha voluto fargli capire che la staticità non è vita. Dio in questo caso è Ermes colui il quale tradisce e nello stesso tempo è Adamo il tradito.
“Noi vogliamo la sicurezza del logos, dove la parola è Verità e non può essere fatta vacillare. Sì, l’abbiamo capito tutti: quella nostalgia della fiducia originale, la nostalgia dell’unità con il vecchio Sé saggio, dove io e il Padre siamo una cosa sola, senza l’interferenza di Anima, è tipica del Puer aeternus, colui che sta dietro a tutti gli atteggiamenti adolescenziali. Il Puer non vuole mai essere cacciato dall’Eden, perché là conosce il nome di tutte le creature, perché là i frutti crescono sugli alberi e basta allungare la mano e coglierli, la fatica non esiste e nel fresco della sera si possono fare lunghe e interessanti discussioni. E non solo là il Puer conosce tutto; si aspetta anche di essere conosciuto, totalmente, come se l’onniscienza di Dio fosse focalizzata tutta su di lui.”
Ma la vita è l’amore veri non possono fare altro che esistere nell’attraversamento della possibilità del tradimento:
“Siamo traditi proprio nei rapporti più intimi, quelli in cui è possibile la fiducia originale. Possiamo essere traditi davvero soltanto là dove ci fidiamo davvero: da fratelli, amanti, mogli, mariti, non dai nemici, non dagli estranei. Più grandi sono l’amore e la lealtà, il coinvolgimento e l’impegno, più grande è il tradimento.”.
Mercurio zodiacale è il ladro che ruba che tradisce la tua fiducia, con lui nascono la comunicazione e la possibilità di relazione e proprio in essa ci sono i semi del tradimento che possono germogliare o restare sopiti, ma mettersi sulle difensive e temere che un giorno o l’altro possano venire fuori, quindi sentirci traditi, non ci farà vivere felici, sereni, ma sempre con Ares/Marte pronto a difendersi e contrattaccare, le nostre relazioni sarebbero minate due volte, già dall’interno, naturalmente e archetipicamente da Ermes/Mercurio e poi da noi.
Rileggendo la vita di Gesù e di quando è sato crocefisso scopriamo che il tradimento è un’esperienza che nasce dal maschile, dal padre, ma saranno poi le donne a ritrovare la sua tomba vuota il giorno di Pasqua e ad annunciare la resurrezione dicendo che è tornato dal Padre. L’Anima permette la scoperta di un’altra realtà, quella iniziale in cui tutto era uno e trino, nel caso del cattolicesimo. La relazione fra Anima e Puer rappresenta l’interferenza necessaria che spinge nella direzione del ricongiungimento. Nel tema natale dobbiamo indagare se ci sono aspetti fra Luna e Mercurio, fra Venere e Mercurio, fra il governatore della IV Casa e Mercurio, elementi astrologici in relazione con l’Anima.
Gli esiti del tradimento sono numerosi e Hillman evidenza come possano condurre a scelte “sterili” e “infeconde”, c’immergiamo quindi in alcuni possibili significati di Ermes/Mercurio astrologico. Mercurio tradito desidera vendicarsi è acceccato, ma è una vendetta che nasce sempre in funzione dell’abbandono, quindi potrebbe comportarsi in modo analogo e abbandonare lui per primo le situazioni, lasciare le cose a metà, iniziarne diverse e non portarle a termine sperando che più strade si sono intraprese, attività iniziate, maggiore è la possibilità di riempire il vuoto. Allo stesso modo il Puer/Mercurio tradito nega l’importanza dell’altro, in una coppia in cui fino al giorno prima i due amanti erano indissolubili, il giorno dopo il tradito scarica la colpa totalmente sul partner e ne nega il valore, ma in questo modo nega sé stesso, una gran parte di sé che era fusa con lui, il giorno prima: è tradito e si tradisce. Un altro modo da parte del Puer di vivere il tradimento è quello di diventare cinico, distaccato, possiamo vederlo nei domicili di Mercurio in Gemelli (distacco razionale) e della Vergine (ricercare sicurezza nella razionalità, nella materia).
“Il cinismo, quel ghigno contro la nostra stella, è un tradimento dei nostri stessi ideali, un tradimento delle nostre ambizioni più alte di cui è portatore l’archetipo del Puer. Quando il Puer si schianta a terra, tutto ciò che ha a che fare con lui è rifiutato”.
Noi dobbiamo seguire la nostra stella, il nostro daimon, il nostro tema natale, il nostro Sé, il nostro mandala personale; Dante faceva dire e Brunetto Latini: “Se tu segui tua stella non puoi fallire”.
Un altro atteggiamento del Puer ferito è quello di rifiutare quello che è stato fino al momento prima del tradimento, quello che si è prodotto: gesti, parole d’amore, poesie. Vediamo i nostri prodotti del sentimento come qualcosa di orribile, degno di quello che ci è accaduto, degni del rifiuto ricevuto, del tradimento, quindi giuriamo a noi stessi di non ripetere mai più gli stessi errori, di non lasciarci andare, di non parlare e agire con “il cuore in mano”. Mercurio nei Segni d’Acqua o in aspetto a Marte, Giove, Saturno, Nettuno, Plutone, può condurre a questo atteggiamento di rifiuto di sé stessi.
“L’alienazione da sé dopo un tradimento ha una funzione essenzialmente autoprotettiva. Non vogliamo più farci ferire e, poiché la ferita è stata inferta quando ci siamo rivelati per come siamo, adesso non vogliamo più ritornare a vivere partendo da quel luogo dolente.”.
Il Segno del Cancro con il suo carapace, quello dello Scorpione con il suo aculeo, quello dei Pesci che fuggono in direzioni opposte sono delle rappresentazioni della funzione autoprotettiva, ma in questo modo:
“veniamo meno alla cosa essenziale, al dovere essenziale di assumerci e di portare la nostra croce e di essere quello che siamo, anche se ci fa soffrire”