Gianfranco Draghi è stato un psicoanalista junghiano, scrittore, artista, allievo di Ernst Bernhard pediatra, psicoanalista, astrologo, chirologo e profondo conoscitore dell’oracolo cinese, I-King. Bernhard è stato colui il quale ha portato la psicologia analitica in Italia e molto altro ancora. Torniamo a Draghi. Grazie all’amico psicoterapeuta Mario Ganz ho avuto la fortuna di leggere la biografia, dal titolo “Dal rogo”[i], che Gianfranco Draghi ha dettato a suo figlio Cristiano, tra cui un’intervista realizzata dal figlio al padre a proposito del suo rapporto con Ernst Bernhard quando era stato suo paziente, amico prima e poi collega. In questa intervista ci sono diversi riferimenti all’uso dell’astrologia, dell’I-king e delle mantiche in generale che faceva Bernhard, a mio avviso, molto interessanti anche nella pratica astrologica.

A pagina 292 si legge a proposito di Cristina Campo, paziente guarita da Bernhard dall’agorafobia: “con Cristina Campo Bernhard non fece proprio un’analisi, ma una serie di colloqui con l ‘I-King, l’oroscopo, la lettura delle mani”. Questi strumenti vengono usati in sede di colloquio, come si leggerà più avanti, in modo da stimolare il paziente, per amplificare alcuni contenuti sia della vita reale, sia dei sogni portati in terapia.

Quando Gianfranco Draghi si recò per la prima volta in terapia da Bernhard accadde questo: “All’inizio Bernhard mi ha accolto, ha guardato la mia mano, […] si è fatto dare i miei dati per l’oroscopo[ii]

A conferma dell’uso in analisi di questi strumenti tra cui anche l’I-king scopriamo che quando Bernhard non sapeva cosa dire, scrutava il libro dei mutamenti che si trovava posizionato su un leggio.[iii]

L’astrologia è un’arte che utilizza tecniche precise in relazione con il concetto di sincronicità, ancor più forte si sente l’influsso della sincronicità quando si utilizza l’I-king, ma l’intuizione creativa del momento in cui ci si trova nel setting analitico è importante così come la capacità di lasciare libertà di scelta di utilizzare le interpretazioni fornite da questi strumenti al paziente. “Poi c’era la sua intuizione che utilizzava guardandoti la mano, con l’oroscopo… Ma non mi sono mai sentito stretto dalle sue interpretazioni, prendeva queste cose come spunti. L’oroscopo poi non te lo scriveva mai, piuttosto te lo diceva, così scrivevi quello che ti pareva, era un tuo resoconto.[iv]

Il fatto di non lasciare il segno tangibile dell’interpretazione da parte del terapeuta, ma anche dell’astrologo, secondo me, quindi di non scrivere gli oroscopi è punto importante che fa riflettere, soprattutto quando si usano frasi deterministiche nella narrazione astrologica. La parola deve fluire e lasciare immaginare, cosa diversa, appunto, nel caso si narri una storia personale, una rilettura astrologica non castrante. Per essere più chiaro se scrivo: “Venere in Ariete ti rende impulsiva in amore” è diverso dallo scrivere o dal raccontare “Venere in Ariete mi ricorda il mito della regina delle Amazzoni, Ippolita, in cui lei s’innamora perdutamente di Ercole…” si lascia spazio alla parola, all’immaginazione. “Così scrivevi quello che ti pareva”, questa è la frase chiave, il soggetto coglieva quello che riteneva importante in quel momento. Ho avuto modo di leggere un oroscopo scritto da Bernhard [v]a una paziente di Jung e di commentarlo ed era descrittivo con le solite frasi astrologiche, come quelle del primo esempio, andare oltre quelle frasi lo si può fare soltanto commentandole assieme al terapeuta in quel caso, altrimenti sembrano macigni se non si comprende il forte valore simbolico dell’astrologia. L’astrologia deve essere usata con cautela, il linguaggio deve essere attento e misurato, mai deterministico o imperativo.

Nell’utilizzo dell’i-king era molto pratico, concreto alcune volte, poteva rispondere sì o no, devo fare questo viaggio, devo mettermi con la tal persona? Io non lo faccio e non lo farò mai questo utilizzo dell’I-king o dell’astrologia, ma c’è da dire che il modo utilizzato da Bernhard poteva anche essere provocatorio proprio per far “decidere all’indeciso”, per scuoterlo. Draghi infatti dice che mai si sarebbe sognato di chiedere cosa scegliere dal punto di vista affettivo all’i-king e che poi alla fine se lo si chiede e si sceglie la colpa non è di chi ti ha fornito la risposta, ma di te che hai posto la domanda ed hai agito non con la tua testa. Mi piace pensare che Bernhard agisse in questo modo per scuotere, ma non ne ho le prove, riporto quanto ho letto[vi] e proprio per questo più avanti Draghi racconta che lui non usava così spesso l’i-king e l’oroscopo ancor meno perché lo faceva fare solo ad amici che conosceva poiché temeva che l’interpretazione potesse stritolarli, chiuderli in una monovisione.[vii] A proposito dell’utilizzo che ne faceva Bernhard invece affermava che: “sia la lettura delle mani che l’oroscopo non li usava mai riduttivamente. Lui poteva dire: <<ah guardi in questa mano si vede che ha questo lato sviluppato, ha queste possibilità>> forniva delle risorse[viii]

Concludo questa mia riflessione affermando che lavorare sulle risorse attraverso l’astrologia è uno dei modi che possiamo utilizzare. Un aspetto astrologico anche tecnicamente definito negativo può essere letto come la possibilità di cercare nuove risorse e utilizzarle, rinarrare la propria storia astrologica.

[i] Gianfranco Draghi, Dal rogo, Gaffi Editore, Roma, 2020

[ii] Ivi, pag. 294

[iii] Cfr. pag. 295

[iv] Ivi, pag. 296

[v] A.V., Jung a Ivrea, Moretti & Vitali, Milano, 2017

[vi] Cfr. Gianfranco Draghi, Dal rogo, op. cit, pag. 301-302

[vii] Cfr. pag. 310

[viii] ibidem