In uno studio di Wampold e colleghi (https://psycnet.apa.org/record/2001-00819-000) hanno rilevato che i fattori comuni a tutte le forme di terapia, come l’alleanza terapeutica e l’empatia, sembrano essere i principali responsabili dei cambiamenti terapeutici, più degli specifici ingredienti tecnici di un particolare approccio terapeutico. Tuttavia, è importante notare che queste ricerche non suggeriscono che ogni approccio sia appropriato per ogni individuo o per ogni disturbo.
In tal senso se guardiamo alla letteratura scientifica, non in modo esaustivo, ma soltanto per cogliere l’insieme scopriamo che vi è una correlazione fra terapie “certificate” scientificamente/statisticamente che funzionano meglio di altre per specifici disturbi. Il che non deve farci sobbalzare, anzi, ancora meglio, questo significa, nel caso ci fosse bisogno di essere più chiari, che l’individuo è appunto, unico e indivisibile, di conseguenza ognuno di noi ha bisogno di “terapie”, approcci specifici e personalizzati. Per esempio:
Disturbo d’ansia: Hofmann, S. G., Asnaani, A., Vonk, I. J., Sawyer, A. T., & Fang, A. (2012). “The Efficacy of Cognitive Behavioral Therapy: A Review of Meta-analyses”. Cognitive Therapy and Research, 36(5), 427–440.
Disturbo depressivo maggiore: Cuijpers, P., Karyotaki, E., Weitz, E., Andersson, G., Hollon, S. D., & van Straten, A. (2014). “The effects of psychotherapies for major depression in adults on remission, recovery and improvement: a meta-analysis”. The British Journal of Psychiatry, 204(3), 255-262.
Disturbi del comportamento alimentare: Fairburn, C. G., Cooper, Z., & Shafran, R. (2003). “Cognitive behaviour therapy for eating disorders: a “transdiagnostic” theory and treatment”. Behaviour Research and Therapy, 41(5), 509-528.
L’IMPORTANZA DELL’ALLEANZA TERAPEUTICA
Ma l’alleanza terapeutica è uno dei fattori che fa “funzionare” una terapia.
L’alleanza terapeutica, anche nota come “rapporto terapeutico” o “legame terapeutico”, è un elemento centrale della psicoterapia. Si riferisce al rapporto di collaborazione e fiducia che si sviluppa tra un terapeuta e un paziente. L’alleanza terapeutica è caratterizzata da tre componenti principali:
- Accordi su obiettivi comuni: il terapeuta e il paziente concordano sugli obiettivi del trattamento, come ridurre i sintomi o migliorare le competenze sociali.
- Accordi sui compiti: il terapeuta e il paziente concordano sui compiti o sulle attività che aiuteranno il paziente a raggiungere questi obiettivi, come compiti a casa o esercizi di rilassamento.
- Legame personale: il terapeuta e il paziente sviluppano un legame emotivo positivo, basato sulla fiducia, sul rispetto e sull’empatia.
La ricerca ha dimostrato che un’efficace alleanza terapeutica può avere un impatto significativo sui risultati del trattamento. Infatti, l’alleanza terapeutica è uno dei fattori comuni più studiati in psicoterapia, ed è stato trovato che è fortemente correlata con l’efficacia della psicoterapia indipendentemente dall’approccio specifico utilizzato.
Ci sono molti studi che dimostrano l’importanza dell’alleanza terapeutica nell’esito della psicoterapia. Alcuni esempi includono:
– Horvath, A. O., Del Re, A. C., Flückiger, C., & Symonds, D. (2011). “Alliance in individual psychotherapy”. Psychotherapy, 48(1), 9.
– Martin, D. J., Garske, J. P., & Davis, M. K. (2000). “Relation of the therapeutic alliance with outcome and other variables: A meta-analytic review”. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 68(3), 438.
Questi e altri studi suggeriscono che una forte alleanza terapeutica può prevedere miglioramenti nei risultati del trattamento, indipendentemente dal tipo specifico di terapia utilizzata.
Se quindi l’astrologia utilizzasse le tre componenti principali descritte per imbastire un rapporto terapeutico, anche lei potrebbe essere annoverate fra le terapie, o quanto meno, come leggeremo di seguito, fra gli strumenti utili alla terapia.
C’è da dire che la definizione di alleanza terapeutica fornita è abbastanza standard nel campo della psicoterapia. Tuttavia, ci sono sicuramente altri fattori che possono contribuire alla qualità del rapporto terapeutico. Ad esempio, la congruenza culturale, l’apertura del terapeuta ai feedback, la competenza percepita del terapeuta, e la congruenza tra le aspettative del paziente e l’approccio del terapeuta possono tutti influenzare la qualità dell’alleanza. Inoltre, la comunicazione efficace e l’uso di un linguaggio comune e di metafore rilevanti per l’interesse del paziente possono essere aspetti utili per facilitare l’alleanza terapeutica e favorire l’ingaggio del paziente nel processo terapeutico. Utilizzare termini e concetti che risuonano con l’esperienza personale di un individuo può aiutare a rendere i concetti terapeutici più comprensibili e applicabili.
Tuttavia, la ricerca specifica sull’effetto dell’utilizzo di interessi personali o di un linguaggio specifico del paziente in terapia non è così abbondante come quella sull’alleanza terapeutica in generale. È un’area che richiede ulteriori indagini. Uno studio correlato che può essere interessante è “The Influence of Therapist Adherence and Competence on Client Outcomes in Cognitive Therapy for Depression” di DeRubeis, R. J., Brotman, M. A., & Gibbons, C. J. (2005). Questo studio suggerisce che la capacità del terapeuta di adattarsi alla specifica situazione del paziente può avere un impatto sull’efficacia del trattamento.
Anche se non c’è una vasta ricerca empirica specifica, la personalizzazione della terapia in base al contesto e agli interessi del paziente è una pratica comune e generalmente accettata. Il buon senso suggerirebbe che la personalizzazione del trattamento può aiutare ad aumentare la motivazione del paziente, migliorare la comprensione del paziente e promuovere un’efficace alleanza terapeutica.
Teoricamente, qualsiasi strumento dialogico che promuove un’efficace alleanza terapeutica può contribuire all’efficacia della psicoterapia. L’aspetto importante è che lo strumento aiuti a costruire la relazione tra il terapeuta e il paziente, faciliti la comprensione del paziente del processo terapeutico e lo coinvolge attivamente nel trattamento. L’alleanza terapeutica, come si è letto, è dunque uno dei cardini per la riuscita della terapia, e qualsiasi strumento che permetta un dialogo con il paziente e rafforzi l’alleanza è qualcosa di efficace e utile.
Tuttavia, è importante notare che l’alleanza terapeutica è solo uno dei molti fattori che contribuiscono all’efficacia della psicoterapia. Altri fattori importanti possono includere la competenza del terapeuta, la disponibilità e l’apertura del paziente al cambiamento, il sostegno del contesto sociale del paziente, e la corrispondenza tra il tipo di terapia e il problema specifico o i sintomi del paziente. Ma soffermiamoci su questo punto che è tra quelli fondamentali per la riuscita della terapia, come descritto nei vari studi citati, anche se non è sufficiente da sola a garantire il successo della terapia. Alcuni problemi o sintomi possono richiedere interventi specifici o tecniche terapeutiche particolari per essere efficacemente trattati. Per esempio, alcuni disturbi che abbiamo citato hanno bisogno di tecniche specifiche.
Quale possono essere allora le caratteristiche di uno strumento ideale per costruire una relazione terapeutica?
Lo strumento ideale per costruire la relazione tra terapeuta e paziente dovrebbe avere le seguenti qualità:
- Pertinenza: Lo strumento dovrebbe essere rilevante per il problema o i sintomi specifici del paziente. Deve essere capace di affrontare le aree di bisogno del paziente e contribuire ai loro obiettivi di trattamento.
- Comprensibilità: Lo strumento dovrebbe essere presentato in un linguaggio che il paziente può capire e deve essere spiegato in modo chiaro e conciso.
- Coinvolgimento attivo: Lo strumento dovrebbe incoraggiare il paziente a partecipare attivamente al trattamento. Può fare questo stimolando la riflessione, promuovendo la scoperta personale o fornendo compiti da svolgere tra le sessioni.
- Adattabilità: Lo strumento dovrebbe essere flessibile e capace di adattarsi al contesto unico di ogni paziente. Questo potrebbe significare incorporare gli interessi personali del paziente, tenere conto del loro background culturale, o modificare l’approccio in base alla loro risposta al trattamento.
- Efficacia dimostrata: Infine, idealmente lo strumento dovrebbe avere una qualche base di evidenza per sostenerne l’efficacia. Questo può essere derivato dalla ricerca empirica o dalla pratica clinica consolidata.
Queste sono solo alcune linee guida generali, e il migliore strumento o approccio può variare a seconda della specifica situazione del paziente e del terapeuta.
L’astrologia è un linguaggio, uno strumento dialogico, risponde benissimo ai primi 4 requisiti, che se condiviso con il paziente, se il paziente lo ritiene d’interesse e utile, ne è affascinato, può favorire l’alleanza terapeutica. Sull’efficacia scientifica dimostrata, con statistica e studi, mi riferisco al punto 5, purtroppo al momento non c’è nulla, non è detto che in un futuro prossimo ciò accada.
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