La parola pace viene dalla radice sanscrita, comune a diverse lingue, PAK, PAG che significa legare, unire, saldare. Guardiamo per esempio al latino pac-iscor, concordo, e anche a diverse parole greche, come pagios e altre, che mantenendo la medesima radice sanscrita hanno il significato di collegare, comporre, tenere saldo.

La pace è ciò che dovrebbe sempre esserci, ma la riscopriamo quando ci sono delle guerre. La parola guerra nasce dal tedesco WERRA che significa contesa, discordia e si porta dietro ulteriori significati legati ad altre parole con il medesimo etimo come confondere, scompigliare, zuffa.

La pace dovrebbe unire, legare, fermare le contese, ciò che è stato scompigliato durante la guerra affinché ciò sia possibile è necessario trovare dei punti in comune, il simile attrae il simile, qualcosa su cui si concordi.

Due delle divinità della guerra greche fra le più importanti erano i fratelli Ares (Marte) e Eris (discordia – guerra), ma se Ares è l’azione guerriera, l’invasione dei territori, l’aggredire, ciò avviene perché prima ci sono stati momenti di discordia. Riporto una parte di un articolo pubblicato nel dicembre del 2019: Eros, Ares, Eris – Amore, guerra e dissenso: avranno qualcosa in comune? Riletto alla luce della presente guerra in Ucraina. Ma pensateci bene: ogni guerra scoppia per le stesse motivazioni della guerra di Troia, come leggerete.

“Addentrandoci ulteriormente nel linguaggio, che nel suo contesto fonetico ed etimologico molto spesso esprime veramente la saggezza nascosta dell’inconscio, siamo colpiti dalla stretta analogia tra Eros, Eris e Ares: amore, dissenso, conflitto e distruzione. Essi hanno un collegamento fonetico, psicologico e mitologico.” Christian David

Eris era la dea della discordia ed è stata la divinità che ha scatenato in qualche modo la guerra di Troia perché era stata esclusa dal banchetto di nozze di Peleo e Teti, aveva addirittura accarezzato l’ipotesi di utilizzare i Titani contro gli dèi olimpici, invece decise di recarsi nel luogo in cui si svolgeva il banchetto e fece rotolare una mela d’oro, presa dal giardino dell’Esperidi, in relazione con Venere vespertina, e disse che era destinata “alla più bella” fra le dee invitate al matrimonio ovvero Era, Atena e Afrodite. Sappiamo tutti come andò a finire, Paride, il giovane umano che avrebbe dovuto scegliere la più bella porse la mela ad Afrodite la quale mantenne la promessa di far innamorare di lui Elena di Troia. Scoppiò in seguito a ciò la guerra di Troia.

La mela potremmo immaginare sia il territorio ucraino “conteso” perché questi sono i fatti storici, fra Occidente e Oriente (Russia) che sono le divinità che partecipano al banchetto.

Il dissenso di Eris conduce, comunque, alla scelta, al prediligere, all’amare. Se io dissento da qualcosa vuol dire che prima l’ho scelto, l’ho preso in considerazione, ho spostato le mie attenzioni su di lui, in un certo modo l’ho amato, ma poi ne ho preso le distanze. Il dissenso è un riconoscimento dell’altro o di una situazione. L’etimo di dissentire è sentire in modo contrario, ma per sentire in modo contrario vuol dire che ho sentito qualcosa, prima di tutto, che non mi appartiene, l’ho quindi riconosciuto. Detto diversamente, la Russia ha capito che l’Ucraina ormai non era più sua, quindi ha riconosciuto la sua indipendenza e non l’ha accettata scatenando quello che stiamo vedendo.

Eris si presenta anche come competizione che spinge l’uomo ad andare oltre i propri limiti. Eros è la divinità che fa innamorare e che quindi fa scegliereAres agisce nella direzione dell’oggetto del desiderio, di Afrodite, di Venere ovvero verso la ricerca della grazia e della bellezza. Ares (distruzione), attraverso Eros (innamoramento), cerca attraverso Eris (il dissenso), il riconoscimento di parti dell’altro e di sè, di appropriarsi della grazia, dell’armonia (Afrodite). La povera Ucraina, volendo dare una lettura mitologica, è Afrodite che tutti vogliono conquistare, chi con la forza – in modo errato – chi in altro modo ma per i medesimi scopi economico-politici.