Marte venne rapito da due fratelli semidei figli di Poseidone, Oto ed Efialte, incatenato e messo in un vaso di bronzo di rimase imprigionato per tredici mesi, ovvero un anno lunare. Se la madre dei due fratelli non avesse avvisato Ermes del rapimento, Ares sarebbe rimasto per sempre lì, non più libero. Ermes udì le urla tremende di Ares e lo liberò. Nel frattempo Artemide grazie ad uno strattagemma fece in modo che i due fratelli si uccidessero fra loro.
I SIMBOLI IN GIOCO
Dobbiamo pensare che il bronzo è una lega che si ottiene dal rame, metallo di Venere, e dallo stagno, metallo in relazione alla Luna. I suoi sentimenti, l’amore (Luna e Venere) erano fuori di lui, li conteneva. Forse solo il sentimento può gestire Marte, oltre alle catene, ai vincoli d’amore? Artemide, ancora una volta la parte femminile, si vendica per l’onta subita da Marte, inoltre si è salvato grazie ad una donna, la madre di Oto e di Efialte. Chi ha incatenato Marte essendo figli di Poseidone portavano in sé l’energia tellurica del padre e l’emozioni strettamente collegate agli oceani, al segno dei Pesci. Marte è stato raggirato attraverso l’energia esplosiva delle emozioni che nello stesso tempo l’hanno privato della passione, dell’amore.
LA STORIA E LE EMOZIONI
La quadratura ci può far pensare al fatto che questa volta Ares non viene liberato da Ermes-Mercurio, perché urla talmente forte da spaventarlo. Mercurio è nel segno dell’esaltazione di Marte, mentre lui è in domicilio, posizioni fortissime. La comunicazione può interrompersi perché non è veicolata dalle emozioni oppure può essere eccessivamente esasperata dalle stesse. La parte femminile soffre o ha difficoltà ad esprimersi perché è al di fuori di noi, di Marte, pensiero e sentimento potrebbero non essere coordinati. Magari allora potrebbe essere meglio aspettare, non agire in modo insensato, urlare meno forte, ascoltare le proprie emozioni, non essere reattivi.