La domanda che appare evidente quando entriamo in relazione con l’astrologia, con i pianeti e con gli dèi del tema natale è: ma come è possibile che vi sia una relazione con la mia vita quotidiana? Io non vedo dèi, dèe, vedo fatti.
Cercherò di spiegare in parole semplici cosa siano gli archetipi, le rappresentazioni archetipiche, l’inconscio collettivo, perché questo ci permetterà di rispondere alla domanda iniziale.
Pensiamo agli archetipi, una delle definizioni estrapolate dal pensiero di Jung è: forme vuote prive di contenuto, fermo restando che di per sé, l’archetipo è indefinibile al 100%, è sempre sfuggente.
Ora, pensiamo all’archetipo, come a un bicchiere dalla forma strana, ma privo di contenuto. Io posso decidere di lasciarlo vuoto, metterci dell’acqua, del vino, della sabbia. A seconda di quello che deciderò di metterci, diventerà per me un bicchiere vuoto, un bicchiere di vino, ecc. Chi decide cosa ci va dentro sono io, è una mia scelta. Quell’archetipo diventa: rappresentazione archetipica, la mia realtà, il mio vissuto.
Ci possono essere infiniti archetipi, l’archetipo non si crea, ciò che si manifesta è la rappresentazione archetipica, e lo fa agli occhi della coscienza, si dice che l’archetipo si costella, appare nella mia vita. Questo apparire, sembra essere dal nulla, ma non è così, sono io che con il mio vissuto decido cosa mettere dentro l’archetipo, con la mia storia, con la mia percezione della realtà.
Pensiamo in termini astrologici alla Luna che è uno degli archetipi rappresentativi della madre nel tema natale, immaginiamo che questa Luna sia nel Segno dell’Ariete, che ci siano due fratelli gemelli che quindi abbiano il medesimo oroscopo e la medesima Luna, per Segno e Casa, sono nati a pochi minuti uno dall’altro, ormai con il taglio cesareo è possibile anche nell’arco di 2 minuti o poco più.
Immaginiamo che questi due fratellini, una volta grandi, stiano giocando, e che uno dei fratellini rompa un oggetto di grande valore, la madre aveva già detto in precedenza di non giocarci. Continuiamo a immaginare che la madre, presa dalla rabbia, metta in punizione, urlandoli dietro, il fratellino che non ha ubbidito e ha rotto l’oggetto di valore, mentre l’altro ascolta passivamente la mamma che non se la prende con lui perché non ha compiuto la marachella. Veniamo alla psiche dei due fratellini a ciò che ipotizziamo abbiano percepito. Il primo vede la forza della sua Luna Ariete, della madre arrabbiata e punitiva, contro di lui, l’altro fratellino, nota la stessa cosa ma da un’altra prospettiva, una madre arrabbiata, ma non con lui. Le emozioni sono diverse per entrambi, ognuno percepisce, in funzione del proprio vissuto cose simili, ma diverse; semplificando, il fratellino che è stato messo in punizione vedrà la madre come cattiva, quello non punito, come una madre che desidera far rispettare le regole ma non cattiva, che si arrabbia, ma non con lui. Entrambi hanno percepito la Luna in Ariete in modo diverso, a seconda dei fatti che sono accaduti, e che quindi hanno riempito il famoso bicchiere. I bambini liberamente hanno scelto come vedere la loro madre. Dunque, la medesima posizione lunare, può diventare una rappresentazione archetipica diversa: madre cattiva, madre che fa rispettare le regole, ma non cattiva. L’elemento comune, in questo esempio meramente mentale, è la rabbia, elemento del Segno dell’Ariete e in relazione alla Luna. I due bambini sono entrati in relazione con una divinità, in quel momento, con Marte/Ares e una delle sue caratteristiche.
Gli archetipi esistono nell’inconscio collettivo, appartengono all’inconscio collettivo che è, collettivo in quanto ognuno di noi entra in contatto con lui e permea la realtà. Ma se è inconscio come faccio ad accedervi?
Semplice! Se le rappresentazioni archetipiche, la nostra realtà, il nostro vissuto, la nostra madre cattiva, ci appare, vuole dire che proviene da un archetipo, e se l’archetipo si trova nell’inconscio collettivo, dunque noi siamo in contatto con lui, sia Jung che Hillman affermano che l’archetipo di Anima e di Animus siano quelli “specializzati” a far emergere alla nostra coscienza gli archetipi, quindi a farli costellare, ma questa è un’altra storia.
Abbiamo, dunque, dimostrato come ogni nostro vissuto provenga, dall’inconscio collettivo e sia archetipico, allo stesso modo come la rappresentazione dell’archetipo, della nostra realtà dipenda da quello che noi percepiamo. Quindi se modifichiamo il nostro modo di vedere il mondo, il nostro percepito, possiamo cambiare la nostra rappresentazione, la nostra realtà.
Per tornare alla domanda iniziale di questa riflessione ma come è possibile che vi sia una relazione con la mia vita quotidiana, fra dèi e astrologia? La risposta è stata appena fornita dall’esempio dei gemelli. Noi, inoltre, viviamo in un mondo pieno di divinità, ma non ce ne rendiamo conto. Quando, per esempio, siamo infuriati per qualcosa, e andiamo a guardare il cielo, i transiti, in relazione al nostro tema natale potremmo eventualmente scoprire che Marte, quel particolare giorno, tocca alcuni dei punti importanti del tema, qui troviamo l’evento sincronistico. Qualora, invece, non vi sia nessuna attività di Marte, in cielo, si è manifestato a prescindere nel nostro vissuto.
Silvia Ronchey pone una domanda a James Hillman nella conversazione riportata nel libro l’anima del mondo, edito da Rizzoli.
Silvia Ronchey: Ma nel nostro mondo pratico, quotidiano, oggi dove potremmo ritrovare gli dèi?
James Hillman: In principio, Jung ha detto che gli dè scacciati dalle nostre religioni, tornano nelle nostre malattie, nei nostri sintomi. Prendiamo uno degli antichi, Ares-Marte. Quando accendiamo la TV è come se entrassimo in un tempio di Marte, con i suoi altari! Vediamo esplosioni, […] persone che fuggono, colluttazioni, sparatorie. […] E’ questo il dio Marte, la cui retorica è velocità, rapidità, guizzo. Esplosioni, incendi, violenza, pistole […]
Silvia Ronchey: E dov’è Afrodite, l’amante di Ares?
James Hillman: Possiamo vedere Afrodite, Venere in tutto il porno, in tutta la pubblicità, in ogni donna nuda o seminuda […] Cosmetici. Moda. Copertine di riviste. […] E’ dappertutto. Governa il desiderio di fare spese, di comprare […]
Gli dèi, quindi, vivono nel nostro quotidiano e uno dei modi di riprendere il dialogo con loro è l’astrologia che li utilizza in tutto il suo potere numinoso e simbolico.