di Paolo Quagliarella
Ho ascoltato con grande piacere la conferenza tenuta dall’amico Enzo Barillà, valente studioso e ricercatore nel settore delle discipline umane a partire dalla psicoanalisi, passando per l’astrologia. La conferenza può essere scaricata dal sito di Enzo http://www.enzobarilla.eu/conferenze.html
La tematica del perdono, come ricorda l’Autore, è stata affrontata da diversi studiosi: filosofi, pensatori, religiosi e trova anche dei rimandi interessanti alla materia astrologica, attraverso l’interpretazione del pianeta Nettuno.
La ricerca del senso in ogni nostra attività è fondamentale, così come nella tematica del perdono, perdonare, afferma Enzo, significa anche “lasciar andare”, “lasciar correre”, ma non dimenticare. La dialettica fra le case astrologiche seconda-ottava, tra Venere-Plutone, ma anche fra Luna-Saturno, l’attesa del nutrimento e la sensazione d’insoddisfazione che ne deriva, quando questo non giunge, colorano ancor di più questa dinamica che secondo me deve essere approfondita. Luna – Saturno è anche il nutrimento rifiutato, l’archetipo rappresentato dalla dialettica fra i pianeti possiede almeno due facce, una l’opposto dell’altra, ci può vedere attivi o passivi, rispetto alla vita; il destino è segnato dall’aspetto, dalla dialettica, ma noi scegliamo come viverlo, quale dei due vivere.
Perdonare significa abbandonare il rancore, magari per un’offesa, un torto subiti o anche per il fatto di non aver avuto il soddisfacimento di un bisogno di nutrimento. C’è stato comunque un torto subito che fa nascere il rancore che, una volta messo da parte, apre le porte al perdono. Il verbo considerato contiene nella sua forma, la parola dono; il perdono è, quindi, se vogliamo, una seconda opportunità che viene offerta, è un regalo, prima di tutto per noi stessi perché ci rende liberi dal rancore, e poi anche per l’altro se ha voglia di riceverlo e comprenderne il valore.
Il rancore, inoltre, è in relazione con la parola rancido, ovvero qualcosa che ha un brutto odore ed è andato a male, e viene serbato nel “cuore”, etimo presente nella parola considerata. Perdonare è, dunque, mettere da parte, lasciar andare, qualcosa di rancido che ci occupa il cuore, donandolo all’altro che ce lo ha procurato, facendogli capire che il male compiuto è stato originato da lui, quindi è in lui. Molto spesso chi riceve il perdono, se coglie questa sfumatura o comprende il male compiuto, non ne sopporta il peso, il peso del dono, come ad esempio fece Giuda suicidandosi dopo il tradimento compiuto ai danni di Gesù.
Perdonare, ricorda Barillà, citando delle ricerche di alcuni psicologi, ci fa star meglio, fisicamente, allora perché non perdonare e ascoltare la splendida conferenza di Enzino :=)