Studiando Psicologia Dinamica II mi sono imbattuto in concetti che avevo già fatto miei ormai da tempo in ambito astrologico come quello di “Ciò che definisce il sistema è la sua organizzazione. È questa, infatti, che regolando e strutturando le interazioni all’interno del sistema forma, mantiene, protegge, regola e rigenera il sistema stesso. L’organizzazione, quindi, produce ordine e disordine (entropia) ed è in rapporto continuo con l’ambiente esterno al sistema, che fornisce anch’esso potenziale organizzativo e, dunque, potenziale disordine.” Se pensiamo al sistema e alla sua organizzazione come al soggetto portatore di uno specifico tema natale scopriamo che la sua interpretazione astrologica “secca”, deterministica non è un buon metodo di lavoro sia per il consultante che per l’astrologo, bisogna offrire un sistema di lettura aperto e dinamico che seppure possa apparire poco chiaro e caotico, in questo caso penso all’uso delle metafore durante il consulto o al racconto dei miti, lasci dei semi che il soggetto potrà cogliere o meno a seconda del suo stato e dell’ambiente in cui vive.
Fondamentale è anche ricordare: “L’adeguatezza dei nostri modi di pensare e dei nostri linguaggi non riflette una struttura della realtà che avremmo colto sub specie aeternitatis, da un punto di vista assoluto; essa è sempre un’adeguatezza hic et nunc, condizionata dalla storicità dell’osservatore, dal suo orizzonte e costruita dai particolari fini e modelli dell’osservatore stesso, come pure dai particolari tagli metodologici che egli adopera per accostarsi alla realtà”
Inoltre come ricorda Varela la scienza – quindi aggiungerei io l’astrologia in quanto sistema strutturato seppure non scientifico dal punto di vista delle definizioni galileiane – è una struttura immaginaria che muta con il trascorrere del tempo per adattarsi ai soggetti che costruiscono metodi, quindi “l’immaginario scientifico muta radicalmente da un’epoca all’altra, sicché la scienza è più simile a una saga novellistica che a una progressione lineare”
Leggere un tema natale e leggere una realtà è una scelta impegnativa che “viene effettuata al fine di meglio comprendere una realtà altrimenti sfuggente. L’osservatore sa di portare sempre con sé il “peccato originale” della sua parzialità; eppure immergersi in essa è l’unico strumento per raggiungere la conoscenza intersoggettiva (Ceruti, 1986)”.
L’astrologia è un sistema epistemologico complesso poiché deve tenere conto del continuo divenire dei soggetti in funzione delle variabili ambientali e personali che entrano in relazione l’una con l’altra. Le variabili si modificano in continuazione grazie al loro rapporto, l’unica strada “interpretativa” è, come scrivevo prima, offrire dei semi al consultante che potrà scegliere di piantare o meno. Proprio perché sistema complesso dobbiamo sempre tenere presente delle possibili aporie che potrebbero sorgere nel suo utilizzo, problemi che risultano non risolvibili a livello di teoria astrologica applicata al consultante che non possono essere risolti, ma è naturale che ciò accade.
Alla luce di quanto descritto io mi chiedo: come sia possibile che ci siano ancora astrologi che utilizzino un approccio interpretativo deterministico, che possano dirti se sei sulla strada dell’evoluzione guardando il tuo tema natale, quando invece l’astrologia è un sistema complesso, dinamico e caotico – quindi generante e ricco di possibilità espressive? Allo stesso modo il soggetto, come descritto in precedenza, è di per sé portatore di questa dinamicità caotica nel mondo.
Non si tratta di conoscere la psicologia, si tratta di semplice buon senso e osservazione NON giudicante. Alcuni fra i miei nonni, braccianti agricoli, senza licenza scolastica avevano chiare queste ovvietà.