La riduzione di un simbolo astrologico, pianeta, segno, casa o aspetto che sia, la sua semplificazione in modo monotematico per esempio se dicessimo: Venere rappresenta l’amore e soltanto elementi positivi non renderebbe giustizia alla lettura di un tema natale, non ci sorprenderebbe più, per usare le parole di Hillman riportate di seguito. La sorpresa è uno degli elementi del racconto e della lettura di un tema natale che non deve mancare. L’astrologo che riesce a spostare l’abitudinarietà della coscienza dai soliti schemi, dalle solite allegorie spalanca la strada alle possibilità di cambiamento. L’Astrologia, se padroneggiata con dovizia, diviene un canale preferenziale per poter fare questo attraverso “[…]l’immagine stessa, che frantuma la crosta dei suoi significati allegorici e libera nuove e sorprendenti intuizioni.” l’immagine che viene evocata nella lettura di un tema natale.

L’uso dell’allegoria come difesa continua ancor oggi nelle interpretazioni dei sogni e delle fantasie. Quando le immagini cessano di sorprenderci, quan­ do possiamo prevedere il loro significato e conoscere le loro intenzioni è perché abbiamo le nostre « sim­ bologie » dai significati ormai stabiliti. I sogni sono stati aggiogati ai sistemi che li interpretano, appar­ tengono a scuole – ci sono « sogni freudiani », « sogni junghiani », ecc. Se per i freudiani gli oggetti allun­ gati sono peni, per gli junghiani le cose scure sono Ombre. Le immagini vengono trasformate in con­ cetti già definiti, come passività, potere, sessualità, angoscia, femminilità, in modo non dissimile dalle convenzioni della poesia allegorica. Come quest’ulti­ ma, e valendosi di analoghe tecniche allegoriche, anche la psicologia può diventare una difesa contro il potere  psichico delle immagini personificate.

Se nel nostro sogno la madre, la persona amata o il vecchio mentore dicono e fanno ciò che ci attendia­ mo da loro, o se l’analista interpreta queste figure in modo convenzionale, esse sono state private in am­ bedue i casi della loro autorità in quanto immagini e persone mitiche, sono state ridotte a pure convenzio­ ni allegoriche e a stereotipi moralistici. Sono diventa­ te le concettosità personificate di un’allegoria, puro strumento di persuasione che costringe il sogno o la fantasia a sottomettersi alla dottrina. L’immagine al­ legorizzata è ora immagine al servizio di un ammae­ stramento.

La psicologia archetipica sostiene invece che il vero iconoclasta è l’immagine stessa, che frantuma la crosta dei suoi significati allegorici e libera nuove e sorprendenti intuizioni. Perciò, le immagini che nei sogni e nelle fantasie sono più angosciose, quelle dalle quali fuggiamo, tanto è il disgusto per le loro distorsioni e perversioni, sono precisamente quelle che spezzano l’intelaiatura allegorica di ciò che  pensiamo di sapere su questa o quella persona, questo o quel tratto di noi stessi. Le immagini  «peggiori» sono perciò le migliori, giacché sono quelle che restituiscono a una figura il suo originario potere di persona numinosa  attiva nell’anima.James Hillman, Fuochi Blu