di Paolo Quagliarella
Mentre scrivevo il mio nuovo libro su Urano nelle case, mi sono trovato a rileggere il mito di Pandora e Epimeteo/Prometeo, ne è nata una riflessione che, secondo me, ancor di più oggi che gli omicidi di donne e lo stalking sono quasi all’ordine del giorno o, forse, i media hanno il coraggio di metterli in risalto, fanno comprendere uno dei possibili motivi di tanta abiezione.
Zeus punisce gli uomini che hanno ricevuto il fuoco da Prometeo, donandogli la donna, Pandora, Kerényi ricorda:
“Ora invece la donna levò il coperchio del grosso vaso e le lasciò diffondersi dappertutto, con profonda preoccupazione degli uomini. Soltanto Elpis, la Speranza, rimase dentro il carcere indistruttibile, sotto l’orlo del vaso, e non volò fuori. Davanti a lei la donna chiuse il coperchio, secondo la volontà di Zeus. Il resto dello sciame, innumerevole e triste, circola da allora dappertutto tra gli uomini, e la terra è piena di male e pieno di mali è il mare. Le malattie colpiscono gli uomini di giorno, vengono inattese di notte, fatali e mute, poiché Zeus astuto negò loro la voce. Non vi è dunque alcuna via per ingannare la perspicacia di Zeus.”
Se esiste la donna cogliamo dal mito che il merito/colpa è di Prometeo, che ha voluto fornire, prima la conoscenza, rubando il fuoco per donarlo agli uomini, ma nello stesso tempo, appare ch’ella sia stata la portatrice di ogni male, così come nel Vecchio Testamento è stata colei che ha fatto cacciare l’uomo dall’Eden a causa del furto della mela, sempre il medesimo motivo, la conoscenza.
La misoginia, in entrambe le opere letterarie, è molto evidente, questo secondo me è da mettere in relazione al fatto che l’uomo, in quanto essere maschile, non ha la potenza di creare, dunque l’Archetipo Grande Madre, viene visto come qualcosa di troppo pressante, fagocitante, tanto da farlo sentire inferiore. I racconti mitici, perché di questo si tratta, di storie, non fanno altro che nascondere, in questo caso, la paura ancestrale dell’impotenza dell’uomo/maschio rispetto alla natura e al dare la vita, mettere alla luce.
L’uomo crea capanne, case, costruisce, va a caccia ma non può dare la vita, si sente psicologicamente mancante di 1/3, a mio avviso, ovvero 2/3 sono la potenza creatrice della donna, 1/3 il seme dell’uomo, anche se biologicamente non è così, ma c’è una perfetta parità. Quindi, chi è nell’errore?
Freud non riuscì mai a capire cosa volesse una donna.
Non solo Freud… 🙂