Uno dei motivi per quali non credo nei transiti/aspetti “timbrati” come positivi e negativi, nella nomenclatura di bianco e nero, quando mi muovo nell’interpretazione del tema natale, lo rileggo nelle parole e nelle osservazioni astrologiche di E. Bernhard.
“[16 dicembre 1946]. È un’esperienza notevole, derivante da un’osservazione prolungata e spregiudicata dei pazienti, che i sintomi, le reazioni, le situazioni della vita che si usano definire di origine nevrotica, si risolvono in forma legittima nel corso dello sviluppo e non scompaiono o possono essere eliminati con l’analisi.
Questa risoluzione legittima significa l’assimilazione del complesso a una ‘ situazione normale ’ interna o esterna. Tale fenomeno avviene continuamente nella vita in modo più o meno drastico e rappresenta la forma organica in cui l’uomo si rassegna alla propria limitatezza e alla propria maniera d’essere, ovvero le accetta e prende ad amarle consapevolmente su un piano più alto di coscienza [amor fati, amor Dei).
(Il primo esempio fu F.; più tardi V. all’epoca in cui fu tagliato fuori da Trieste; la mia propria ‘ rinunzia ‘ a una attività ufficiale, pubblica, ecc.).
Nei riguardi dell’astrologia questa soluzione empirica merita d’essere osservata; essa infatti ‘ spiega ‘ come, nonostante il permanere della fondamentale costellazione astrologica (specie se negativa), sia possibile ‘ guarire ’.” Mitobiografia
Sono, inoltre, un motivo in più, le affermazioni precedenti, per affermare come sia difficile fare una previsione su eventi reali e psichici che colga davvero il colore e il senso dell’esistere. Bernhard afferma che ha notato, addirittura in presenza di aspetti negativi nel tema natale, come sia possibile “guarire” dal punto di vista psichico.
La domanda finale è: ma siamo davvero sicuri di voler ancora parlare di relazione fra aspetti negativi o positivi dei pianeti ed eventi psicologici o della vita fisica in relazione biunivoca? Marte opposto al Sole significa: avrò necessariamente un accadimento negativo?