di Paolo Quagliarella
L’Astrologia, così come tutte le scienze, nasce dall’osservazione e dalla possibilità di classificare quanto osservato per poi trovarne utilità futura o nessi fra gli elementi classificati tanto da creare una conoscenza o teoria.
Spesso l’uomo semplifica, questo non è un male, le conoscenze e afferma se A = B e B=C allora A=C, questo è vero in un tipo di sistema di riferimento che possiede dei postulati, i postulati sono necessari per creare un campo di conoscenza.
Ma quali sono i postulati dell’Astrologia? Possiamo crearne infiniti, diversi, tanti quanti sono i “creatori” di scuole astrologiche, ognuno coerente con i postulati di partenza, quindi validissimi. Ma validissimi come? Solo nel campo, nella realtà creata attraverso di essi.
L’uomo si evolve, cambia il proprio modo di vivere, di esistere di relazionarsi con il mondo, con la conoscenza del mondo e con la conoscenza stessa. Le conoscenze precedenti diventano: Storia; quest’ultima è necessaria al progredire della conoscenza, ma non è utile, spendibile nella vita moderna se resta ancorata al passato storico in cui è nata, alle necessità dell’uomo di quel tempo. La conoscenza è dunque evoluzione, ripescare, riutilizzare anche l’antichità, la Storia ma attualizzarla nel vivere quotidiano, quindi cambiare i postulati storici e adattarli al presente per rinnovare e innovare, quindi risultare utile. Non operando in questo modo si avranno visioni parziali e storicamente valide nel passato, ma poco utili e spendibili nel presente, perché frutto di esperienze d’altri tempi.
Tutti i sistemi cambiano e si evolvono perché vi è una creatio continua, una spinta alla vita, élan vital, per dirla alla Bergson, che mai si spegne; perché non dovremmo seguirlo anche con i nostri sistemi di conoscenza? Per interpretare la creatio continua, la realtà che è continuamente in movimento sotto i nostri occhi, anche se non la cogliamo ad un primo sguardo, è necessario ripensare la storia, i suoi condensati, le teorie dell’uomo, e farla rivivere in un contesto attuale, prendere ciò che c’è di utile e portarlo nel presente, trasformandolo se necessario.