Visto che si è fatto tanto parlare di Plutone (foto astronomiche provenienti dalla sonda) pensavo all’Averno, e al suo custode (complice anche un articolo su L. A. tradotto da Meskalila Nunzia Coppola), Cerbero il cane a tre teste che non permetteva ai vivi di entrare e ai morti di uscire. Il numero tre torna spesso nelle religioni e nei miti, sul valore simbolico delle teste di Cerbero hanno scritto diversi autori del passato, ma se il mito e il simbolo, come credo, prendono nuova vita nel tempo in cui sono vissuti, dunque l’ora, mi viene naturale sposare, come ho letto in giro, che le tre teste possano anche essere interpretate come il passato, il presente e il futuro che viene distrutto una volta entrati nel regno dei morti.

Il presente può essere visto come la scelta che ho l’opportunità di fare quando sono vivo, quindi il presente è di fatto creato dalle mie azioni future che posso compiere o meno. Il mondo delle opportunità si apre, il passato analogamente è il presente trascorso. Quando l’uomo muore perde l’opportunità di scegliere quindi non esiste più futuro, viene disintegrato da Cerbero in qualche modo.

Entrare nel regno di Plutone quindi può distruggere le nostre opportunità, abbandonarci alla dimenticanza così come accade per Teseo che dando ascolto all’oracolo di Delfi (mito solare) si ritrovò rinchiuso nel regno degli inferi finché Eracle (mito solare), partito per una delle sue dodici fatiche non riuscì a liberarlo incatenando Cerbero e le sue teste, bloccando di fatti il tempo. Il mito di Cerbero e della fatica di Ercole a lui connessa è in relazione con il segno dello Scorpione e quindi della trasformazione di sé riappropiandosi del tempo e di conseguenza del futuro.

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