I Pesci sono in relazione con la fatica di Ercole e il furto dei buoi di Gerione. Si narra che Ercole venne mandato verso l’estremo Occidente per catturare i buoi di Gerione, di color rosso scarlatto e spingerli poi lungo la via di Argo. Gerione era descritto come un personaggio dalle tre teste, tre corpi e con le ali per attaccare il nemico o chi volesse rubargli i buoi.

Proprio durante il viaggio dell’Eroe alla ricerca di Gerione saranno posti i limiti del mondo conosciuto, ovvero le colonne d’Ercole, il passaggio ad Ovest dove oltre il quale non vi sarebbe stato più nulla. In un primo momento Ercole gira in lungo e in largo sulla terra alla ricerca del pastore, ma senza fortuna ritrovandosi di fronte ai confini da lui posti. Preso dall’ira, per aver girato inutilmente sulla terra, minaccia Elio con il proprio arco che spaventato “prestò all’Eroe la gran coppa d’oro su cui egli saliva ogni sera per raggiungere l’Oriente attraverso l’Oceano.”[1] L’esperide Eritia guidò la coppa e Poseidone cercò con le sue tempeste di bloccarne il passaggio, ma Ercole puntò l’arco anche contro di lui, e il dio dei mari lo lasciò passare. Giunto sull’isola di Gerione lo sconfisse insieme a coloro i quali si erano messi contro di lui, il cane a due teste fratello di Cerbero, Orte, e il pastore Euritione figlio di Ares. Prese l’armento e si rimise sulla coppa di Elio allontanandosi, tornando poi a Micene dove Euriceo li avrebbe sacrificati ad Era. La strada del ritorno con le avventure annesse è narrata da diverse fonti e tutte evidenziano le estreme difficoltà che l’Eroe superò prima di raggiungere il proprio obiettivo. Come abbiamo avuto modo di leggere abbiamo la presenza nel racconto del colore rosso dei buoi che richiama Marte, allo stesso modo il pastore ucciso ne era figlio, Poseidone/Nettuno cerca di non far passare Ercole quando si trova sul carro di Elio, il Sole. I buoi sono, inoltre, animali cari a Poseidone. Nettuno non vuole permettere l’impresa solare, individuativa di Ercole, non desidera che si appropri simbolicamente della potenza di Marte e della sua attraverso i buoi. Il segno dei Pesci rappresenta l’andare oltre i limiti, oltre i confini noti, per ritrovare se stessi e ricominciare, ma per fare ciò c’è bisogno dell’energia di Marte. Il pianeta che è in relazione stretta con il segno dei Pesci, viene definito astrologicamente il suo governatore, è Nettuno/Poseidone che come abbiamo visto ha avuto un ruolo importante nell’impresa di Ercole, ha cercato di non farlo andare avanti, ma la forza del carro solare di Elio, la forza di Animus, gli ha permesso di procedere spedito.

Tra gli altri miti in relazione con il segno dei Pesci troviamo quello di Derceto. Afrodite per vendicarsi di un’offesa subita da Derceto, Dea siriana di Ascalon, la fece follemente innamorare di un pastore, da cui ebbe una figlia, Semiramide. Colpita dalla sua debolezza Derceto abbandonò la figlia e tentò il suicido gettandosi in un lago, ma non appena compì il gesto la parte inferiore del corpo si trasformò in pesce e riuscì a sopravvivere. Strabone e Plinio evidenziano che Derketo era il nome con cui i greci chiamavano la dea siriana Atargatis. Caio Giulio Igino racconta la nascita di Venere/Semiramide descrivendo la caduta di un uovo dal cielo nel fiume Eufrate e come alcuni pesci lo fecero rotolare sulla spiaggia finché delle colombe non lo covarono. Ovidio, nel libro V delle Metamorfosi, narra di come Venere per fuggire dal titano Tifone si trasformò in un pesce, nei Fasti (libro III) analogamente racconta di Dione (Venere/Afrodite) che con suo figlio Cupido scappa da Tifone verso l’Eufrate e dove si fece aiutare da due ninfe per nascondersi in acqua. Successivamente le divinità marine riportarono in superficie i due e Afrodite/Venere per premiarle le trasformò nelle due costellazioni dei Pesci. A proposito di Tifone è opportuno ricordare per il nostro studio che il titano ebbe dei figli fra cui Otro, il cane a due teste di Gerione, il che ci ricollega al mito precedente; come si può notare c’è una circolarità che unisce tutti i racconti. Sempre a proposito di Derceto Eratostene di Cirene descrive nei Catatasterismi come: “la costellazione del Pesce Australe come imparentata con i due pesci che formano la costellazione dei Pesci; secondo questo resoconto, essa fu posizionata in cielo in memoria della caduta di Derceto vicino l’Eufrate in Siria, da cui fu salvata da un grande pesce[2]. Abbiamo letto come i personaggi che portano soccorso siano stati trasformati nelle due costellazioni, nello stesso tempo troviamo delle relazioni con il mito di Venere/Afrodite: in un caso, Venere, attraverso un’azione “negativa”, far innamorare Derceto di un pastore, comunque permette la trasformazione della dea in pesce. Venere e i Pesci hanno senza dubbio un legame simbolico molto forte. Venere è la divinità della bellezza, dell’armonia, dell’equilibrio e nel segno dei Pesci, in cui è esaltata, ovvero esprime in maniera forte ma anche esagerata queste simbologie, può condurre attraverso azioni “sbagliate” a risultati comunque utili, ovvero ha fatto scoprire a Derceto di poter vivere in qualche modo la propria dualità.

[1] Károly Kerényi, Gli dèi e gli eroi della Grecia, Il Saggiatore, 2002

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Atargatis